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L’idolo Rosicky, i consigli di Stankovic e la fiducia dell’Udinese: Jakub Jankto, primo gol in A allo Stadium

Coraggio, è questa la parola chiave. Quello di Iachini di lanciarlo titolare, senza dubbio, e quello di Delneri di confermarlo tale. E poi il suo, accompagnato a doti tecniche importanti. Ecco Jakub Jankto, centrocampista classe ’96 dell’Udinese. Vent’anni, davvero? Ne dimostra molti di più: per maturità, per sfrontatezza tattica e per coraggio, appunto. Come quel gol da 40 metri contro il Perugia nello scorso campionato di Serie B, quando era in prestito all’Ascoli. Una prodezza…alla Stankovic! Che a Udine gli ha dato tanti consigli, uno in particolare: ‘Se vedi il portiere fuori e sei nella posizione giusta, tira sempre’.

L’esordio da titolare in Serie A è arrivato contro il Sassuolo, a fine settembre. Gioia moderata, Jankto non è uno che sorride molto. Ambizioso, guarda sempre avanti… non si ferma! “Felice per aver giocato, non per il risultato”, disse allora. Ma il ragazzo è piaciuto subito, soprattutto a Iachini, che non c’ha pensato due volte a dargli una chance. Ripagata puntualmente. Poche parole, lui parla sul campo e, a dir la verità, non è nemmeno molto contento del suo italiano. Vuole migliorare e in fretta. Tutto e subito, quanto corre Jankto! Ed oggi il gol, contro la Juventus. Quasi chiamato perché in settimana l’aveva detto che a Torino l’Udinese sarebbe andata per fare la partita. E il suo gol dalla distanza aveva fatto scendere il gelo sullo Stadium.

Dopo una stagione importante in Serie B è rientrato a Udine, con la voglia di ritagliarsi un ruolo di primo livello. Beh, in realtà di adolescenziale ha solo l’espressione: ragiona e pensa da trentenne. Si ispira a Rosicky, suo connazionale. Lo segue da quando era bambino, ma apprezza molto anche Hamsik. Velocità di pensiero da regista e giocate da rifinitore. Diversi club d’Europa ne sono incantati: negli ultimi giorni di mercato, il Benfica era arrivato ad offrire 2 milioni di euro per convincere i Pozzo a cederlo. Nulla da fare, l’Udinese se lo tiene stretto.

Ama giocare Jakub, da quando ha sei anni. Da quel provino allo Slavia Praga, dove è rimasto fino a 18 anni. Poi arriva l’Udinese: prestazioni importanti in Primavera, qualche convocazione di Stramaccioni in prima squadra. Ci punta Strama, ma trovare spazio è difficile e allora via in provincia. Ma non era un addio, solo un arrivederci. E infatti…

Pochi minuti nel finale contro la Fiorentina e ieri nell’undici titolare (quel Mapei Stadium non se lo scorderà…). Piace per la sua duttilità, può giocare sia da centrocampista centrale che da esterno,per la sua sana sfrontatezza e per quel volto da bravo ragazzo: rigorosamente biondo! Giocatore moderno, abile nel dribbling e nella costruzione offensiva della manovra, abile con il mancino. Un tipo tranquillo sembra e coraggioso, chiaro. Ah, il coraggio d’aver vent’anni…