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Lecce, la storia di Ramadani: vendeva angurie, la svolta dopo un’amichevole

Alle origini di Ylber Ramadani, una delle “Corvinate” del Lecce che gioca a calcio grazie a… una strada troppo trafficata

In quel match tutti restano incantati dalle qualità del ragazzino. A livello tecnico è superiore a tutti e in campo si muove come un veterano. Ramadani è per distacco il migliore in campo. Heset Quza, presidente del Ferizaj, non perde tempo. “Vuoi unirti a noi?”, gli chiede a fine partita. “Devi convincere mio papà”, la secca risposta di Ylber.

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“Se giocherà a calcio, potrai dimenticarti di lavorare”

Per il padre di Ramadani è una vera follia. Lasciar andare Ylber al Ferizaj vorrebbe dire un aiuto in meno nell’attività lavorativa. Non se lo sarebbe potuto permettere. “Se il ragazzino giocherà a calcio, potrai dimenticarti di lavorare”. Il presidente convince così Ramadani senior a lasciar partire il figlio. Un azzardo che ha dato i suoi frutti.

Dopo qualche anno nella massima serie kosovara, per Ramadani arrivò la chiamata del Partizani Tirana e, al contempo, della nazionale albanese. Le sue prestazioni gli aprirono poi le porte dell’estero. Prima il Velje, in Danimarca, poi l’MTK Budapest e infine l’Aberdeen prima di arrivare al Lecce. Un lungo viaggio, ma Ramadani non ha mai dimenticato da dove viene. “Il motivo per cui gioco a calcio è aiutare la mia famiglia. Tutto quello che faccio è per loro”, aveva detto qualche tempo fa in un’intervista ad AberdeenLive. Per chi era vicino a quel 15enne che incantava il Ferizaj, il suo successo si racchiude in una frase: il duro lavoro paga sempre.

A CURA DI DAVIDE LUSINGA