Verso Lecce-Foggia… con la nostra top11 all-time: da Barbas a Shalimov, quanti ricordi
Per il terzo anno consecutivo, il derby che infiamma il girone C di Lega Pro è solo pugliese: Lecce-Foggia. Quest’anno più che mai sfida al vertice tra due squadre che hanno tutto per puntare alla Serie B. Prossimo appuntamento: lunedì 31 ottobre, ore 20:30. A meno di una settimana dal big match, abbiamo provato a ripercorrere il glorioso passato dei due club, schierando un 3-4-3 di vecchie (ma non troppo) glorie delle due società. Scopriamole insieme.
FRANCO MANCINI – Scomparso prematuramente 4 anni fa, ma il suo ricordo vive nello stadio Zaccheria. E infatti La curva nord dello stadio rossonero porta il suo nome, così come la gradinata dello stadio Franco Salerno di Matera. Citta in cui è nato e cresciuto nel rione di Bottiglione. Dietro l’angolo una panetteria, dove tra una ciabattina e l’altra, ha anche cominciato a lavorare, da ragazzo. Simbolo della scalata rossonera dalla C2 alla A. Uomo di Zeman e insostituibile leader dello spogliatoio rossonero. Calciatore, allenatore, padre ma anche batterista con quel look alla Bob Marley, di cui amava il genere musicale e la filosofia di vita. Un uomo vincente con un sorriso senza tempo.
MARCO CASSETTI – A Lecce dal 2003 al 2006 è stato il primo giallorosso a conquistare la convocazione nella Nazionale maggiore. Dopo aver giocato da esterno offensivo, fu trasformato da Zeman in terzino per esaltarne la velocità e l’abilità nel cross. Con il Lecce ha poi meritato la chiamata della Roma.
LORENZO STOVINI – Un autentico guerriero, per cinque stagioni ha saputo guidare la difesa giallorossa. Forte nell’anticipo e tosto nei contrasti, Lorenzo si è letteralmente esaltato nel progetto tattico di Delio Rossi ma ha poi brillato anche nel Lecce marchiato Zeman, meritandosi anche la fascia di capitano.
DAN PETRESCU – Arriva a Foggia con una Coppa dei Campioni cucita sul petto, vinta nella sua Bucarest con la Steaua. Uno di quelli più a suo agio con i massacranti allenamenti di Zeman, che lo hanno reso un terzino a tutti gli effetti. 55 presenze e 7 gol in due stagioni per il rumeno. Diventerà grande soprattutto al Chelsea, di cui è diventato uno dei giocatori più rappresentativi dei Blues dalla seconda metà degli anni 90. Parla 6 lingue: tra le quali anche il foggiano.
JUAN CUADRADO – Arrivato a Lecce nel 2011 in prestito dall’Udinese, il colombiano ha subito mostrato le sue qualità con un certo Di Francesco allenatore, prima dell’esplosione con Cosmi. Schierato anche da terzino destro, segnó una rete spettacolare al Via del Mare contro il Siena. Protagonista di balletti con il connazionale Muriel per festeggiare i loro gol, dopo Lecce ha continuato la sua ascesa tra Fiorentina, Chelsea e Juve
LUIGI DI BIAGIO – Romanaccio cresciuto sulla sponda biancoceleste della capitale, tra Lothar Matthaus e l’idolo Ruben Sosa. Poi le ossa al Monza in C, prima di compiere il doppio salto carpiato e arrivare al Foggia di Zeman che lo mette al centro della mediana immobile, come fosse un soldatino. Fido compagno di Stroppa – attuale allenatore rossonero – con cui lavora in mezzo al campo. 12 gol in 87 gettoni in rossonero: il più bello? Allo Zaccheria al volo di destro contro il Genoa di Stefano Tacconi.
IGOR SHALIMOV – Arrivato a Foggia nel 1991 con l’altro Igor, Kolyvanov. Un doppio colpo dell’allora diesse rossonero Pavone e dell’ex patron Casillo. Cifre? Un camion di grano intero spedito da Foggia a Mosca. Una leggenda rimasta negli annali degli almanacchi calcistici della città di Foggia. Posto in cui Shalimov si diverte e si sfianca, in campo e fuori. Tra gli allenamenti di Zeman e vizi sfrenati di cui si rende protagonista. Una sorta di George Best in salsa sovietica.
JUAN BARBAS – Quando il Lecce nell’85 sbarcò per la prima volta in serie A, il presidente Iurlano e il d.s. Cataldo acquistarono i primi stranieri della storia giallorossa nella massima divisione. Dall’Argentina arrivarono l’attaccante Pedro Pablo Pasculli e – appunto – il centrocampista Juan Alberto Barbas, poi grandi protagonisti anche in nazionale con Maradona. Dotato di grande classe ed eccezionale visione di gioco, Barbas conquistò subito il pubblico del Via del Mare. Che invocava la sua botta ad ogni punizione a favore. “Beto, mina la bomba, mina la bomba”.
MIRKO VUCINIC – Dopo aver esordito nel Lecce ad appena 17 anni, Mirko in sei stagioni ha messo a segno 28 reti in Serie A (e 5 in Serie B). Bomber e capitano della Nazionale del Montenegro, ha vestito la maglia della Roma prima di vincere tre scudetti con la Juventus di Antonio Conte. Attualmente gioca nell’Al-Jazira.
LORENZO INSIGNE – Da Frattamaggiore a Foggia, passando per Cava dei Tirreni. Una valigia carica di sogni riposta nel primo treno che ha portato l’asso del Napoli dalla Campania alla Puglia. Senza tatuaggi, senza capelli biondi alla Messi, ma con la solita incofondibile faccia da scugnizzo. Quando? Con il Foggia di Casillo e Zeman 2.0 della stagione 2010/2011. 19 gol in 33 partite, in tandem con Marco Sau. Una stagione da incorniciare, prima di spiccare il volo per Pescara, sempre sotto lo sguardo vigile dell’allenatore boemo.
JAVIER CHEVANTON – Quarto marcatore nella classifica all-time dei giallorossi, bomber assoluto in Serie A con la maglia del Lecce. Trenta reti messe a segno nella prima esperienza tra il 2001 e il 2004, altre due sotto la guida di De Canio nel 2010-2011. Indimenticabile la prima di tutte, quando contro il Parma rubò palla a Frey che si apprestava a rinviare. E l’ultima, quando al Via del Mare regalò una grande fetta di salvezza ai suoi tifosi segnando il 2-1 contro il Napoli. L’ultima esperienza nel Salento, dove oggi vive con la sua famiglia.
A cura di Andrea Candelmo e Francesco Calvi.