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Le foto nel pre e gli scoppoloni nel post, i segreti della Spal raccontati da capitan Giani: “In ritiro sempre camere diverse”

Questioni di abitudini che cambiano. Come quando cresci. Come quando diventi grande. E i giocatori della Spal dall’anno scorso ad oggi un po’ più grandi lo sono per davvero. Il salto dalla Lega Pro alla serie B non è poi una cosa da niente. In campo, certo, ma anche fuori. “L’anno scorso andavo sempre in bici allo stadio, mentre quest’anno dobbiamo arrivare tutti insieme e quindi arriviamo con il pullman”. Nicolas Giani, capitano della Spal, si racconta a gianlucadimarzio.com con la leggerezza di chi sogna (la A) ad occhi aperti e non fatica neanche a sussurrarlo troppo sottovoce. “Noi tutti ci aspettiamo di conquistare la promozione e come noi lo fanno i tifosi in città. Siamo ad un passo: mancano 6 partite ma dobbiamo farcela”. Capitano vero, con i gradi sul braccio ma sopratutto nella testa. “E pensare che la prima volta con la fascia fu un incubo – ammette ridendo – perché era la prima di campionato, abbiamo perso 0-3 in casa ed io sono stato anche espulso. Devo aggiungere altro?”. Ma Nicolas non è uno che si fa buttare giù e la volta dopo la fascia della Spal – quella ereditata da Varricchio – è tornata salda sul suo braccio.

Prima di una partita non ha riti scaramantici ma di cuore. “Guardo le foto di mia figlia nata da poco”, nulla di più. Al pre, preferisce il post partita. “Ci mettiamo in cerchio al centro del campo, uno di noi si mette in mezzo per dire qualcosa ma poi prende tanti scoppoloni”. Il buonumore insomma non manca, che poi sembra essere la forza di questa Spal che sogna e guarda tutta la serie B dall’alto verso il basso. “La chiave è stata creare un gruppo solido, vincente e sereno”. E non è un caso la scelta di Semplici per le notti di ritiro. “Il mister vuole che ogni volta cambiamo compagno di stanza così il gruppo si rafforza e noi ci uniamo ancora di più”.

Da una parte – anzi in campo – ci sono loro (Semplici ed i giocatori), dall’altra – in tribuna – ci sono i tifosi. “E’ emozionante giocare con questa maglia perché senti proprio il romanticismo dei tifosi quando parlano della squadra”. D’altra parte a Ferrara la frase trend dell’anno è “Sabato vado alla Spal”. Si dice così, niente “Vado a vedere la partita”, o “Vado allo stadio”. Semplicemente “Vado alla Spal”. Tre parole che suonano come una sinfonia dalle parti del Mazza, ma anche del centro sportivo G.B. Fabbri dove ogni giorno si ritrovano decine di ragazzini che aspettano l’uscita dei ragazzi. Per una foto, un autografo o anche solo un saluto da parte dei ragazzi di Semplici. Che si fermano, sempre. Perché i tifosi fanno parte del gruppo. Sono stati accanto alla squadra anche nei momenti più difficili, perché quelli non mancano mai. “La partita della svolta? Quando abbiamo perso a Vercelli. Ci siamo guardati e abbiamo detto: ‘Ci rifacciamo alla prossima’. La tranquillità è necessaria per accettare le sconfitte e ripartire”.

E dalle parti di Ferrara le sconfitte di recente sono state poche. “L’anno scorso la promozione è stata indimenticabile. La festa con i tifosi in piazza dopo un campionato dominato dall’inizio alla fine”. Poi la serie B, e la nuova cavalcata che adesso profuma di A. Certo, adesso Nicolas Giani ha dovuto mettere la bici in garage. Ma crescere – si sa – vuol dire anche cambiare le proprie abitudini. E oggi, a sei giornate dalla fine di questo campionato, tutti aspettando solo di scoprire le novità che porterà con sé il prossimo anno.

A cura di Virginia Robatto