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Lazio, il preparatore atletico Ripert: “Gli infortuni sono stati casuali, c’è troppo allarmismo”

Tre infortuni nella stessa partita e tutti in difesa per la Lazio che in un colpo solo ha perso Bastos, de Vrij e Basta, in un reparto già orfano di Wallace. Sostituito contro il Napoli anche Milinkovic, non al meglio. Per chiarire le entità di questi infortuni ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport, il preparatore atletico biancoceleste, Fabio Ripert: “E’ una casualità che si verifichino due infortuni muscolari più l’affaticamento di De Vrij. Purtroppo è capitato in una partita così importante, ricca di tensioni emotive, a livello muscolare può incidere anche questo fattore. Si sono persi tanti liquidi per la tensione e possono sorgere problematiche muscolari. Basta è stato anche sfortunato, si è fatto male dopo un movimento innaturale, ricadendo in maniera scomposta”. Prim’ancora, il 10 settembre contro il Milan, s’era fatto male Wallace (stiramento tra il primo e il secondo grado). Era un segnale di allarme? E’ un caso anche il fatto che siano finiti ko solo i difensori? “Non era un allarme. Non c’è squadra che giochi in serie A e nelle Coppe che non accusi infortuni. Nel nostro caso ha destato clamore il fatto che si siano fatti male due giocatori e che sia uscito anche De Vrij. L’allarmismo è un po’ esagerato. Sugli infortuni incidono molti fattori, è difficile individuarne subito le cause”.

Vedere uscire tre difensori su quattro ha fatto sorgere dubbi… “Tra Lazio e Napoli non c’è stata differenza di prestazione fisica. A livello di chilometri percorsi e di potenza metabolica i dati si eguagliano. C’è stata solo una piccola differenza negli ultimi 15 minuti di gioco. La prestazione atletica non ha fatto registrare flessioni. Ricordo che contro Vitesse e Genoa abbiamo giocato partite tiratissime, recuperate con forza”.

Nonostante gli infortuni non cambierà il metodo di lavoto: “Il metodo rimane lo stesso: lavoro individualizzato, fase di recupero, fisioterapia. Questo piano ci ha portati ad arrivare sino a questo punto, a giocare partite importanti e arrembanti. Accelerato troppo per arrivare pronti alla Supercoppa? Assolutamente no. Abbiamo avuto tutto il tempo per prepararci. La Supercoppa s’è giocata una settimana prima del campionato, non è cambiato nulla rispetto all’anno scorso. Abbiamo svolto lo stesso lavoro. Siamo stati avvantaggiati dalla conoscenza più approfondita della rosa. Abbiamo svolto lavori più individuali e specifici.

Si era ipotizzato anche che l’allenamento di martedì, pre-Napoli, sia stato troppo ‘spinto’: “Non è così. Abbiamo svolto lo stesso allenamento che era stato programmato prima del Vitesse e prima del match col Genoa, della durata di un’ora. Ossia riscaldamento, lavoro di attivazione muscolare e Inzaghi ha guidato il lavoro tattico”.

Ripert e Inzaghi, un rapporto iniziato 8 anni fa: “Scegliamo da sempre il lavoro integrato: una parte a secco, una parte con la palla. E’ sempre stato così e questo metodo ci ha regalato grandi risultati a livello giovanile e di prima squadra: campionato Allievi vinto, finale scudetto Primavera, successi in Coppa Italia e in Supercoppa più il ritorno in Europa con la Lazio, la finale di Coppa Italia e la vittoria della Supercoppa contro la Juve. Dire che sono sbagliati i metodi mi sembra un giudizio un po’ affrettato. L’allarmismo può starci, si deve ragionare sul lungo percorso”.

Le differenze tra giocare una volta ogni tre giorni o una volta a settimana: “L’anno scorso cambiavamo quando c’era da affrontare il match di Coppa Italia. In una settimana lunga, con impegni multipli, modifichiamo alcuni allenamenti. A ridosso delle partite non si possono programmare carichi alti. Si lavora a livello neuromuscolare, sulla rapidità e sulla velocità”. In campo la Lazio va a mille, è possibile che il vantaggio diventi un problema? “Atleticamente la squadra sta bene, è reduce da prestazioni positive, lo dicono i dati. Non c’è mai stata flessione, neppure col Napoli. In nessuna delle 5 partite di campionato. Quella di mercoledì è stata la prima sconfitta. Aspettiamo le prossime tre gare, daranno indicazioni. Se sorgeranno altre problematiche cercheremo di capire meglio i fatti. Il lavoro svolto fin qui non deve essere inficiato”.

Nello spogliatoio c’era un po’ di allarmismo visti i tanti infortuni: “Certi avvenimenti creano un minimo di domanda, ma il gruppo è consapevole del lavoro che è stato svolto e che sta svolgendo, permetterà di raccogliere frutti. L’obiettivo è mantenere uno standard atletico dell’85% per provare ad arrivare in fondo alle competizioni”.

Lo staff di Inzaghi vive la prima stagione europea. L’anno scorso la preparazione è stata un successo: riduzione degli infortuni, gestione dei soggetti a rischio, rilancio dei big (per Immobile 41 gare su 43). Ma L’Europa League è massacrante, quest’anno possono giocarsi da 46 a 59 gare. Ripert spiega come ci si è preparati a questa stagione: “Mi sono confrontato con dei colleghi, all’estero e in Italia. Ho creato un metodo per affrontare queste competizioni. E dopo le trasferte europee delle 21 rimarremo a dormire in loco, è già successo in Olanda. Che Lazio dobbiamo aspettarci per il futuro? Sono ottimista di natura. Sono sicuro che contro Verona, Zulte e Sassuolo la Lazio farà grandi prestazioni”.