Lazio, a vincere con il Bologna è il gruppo: con un Gigot e un Dele-Bashiru in più
Tre a zero ai rossoblù con Baroni che trova altre due pedine per tutta la stagione
La Lazio di Marco Baroni vince ancora una volta. La filosofia del “tutti protagonisti“, che l’ex Verona ripete dal primo giorno a Formello, domenica dopo domenica, trova sempre più fondamento.
Gigot e Dele-Bashiru al primo gol, il solito slalom e tiro sul secondo palo di Zaccagni: è così che la Lazio batte 3-0 il Bologna e guadagna altri tre punti fondamentali per restare aggrappata al gruppo delle prime posizioni.
Entrare in punti di piedi? Non è nel suo stile, né in campo né in allenamento
“Il più cattivo per me è Gigot. Il primo allenamento ha fatto due-tre entrate e Pedro gli ha dovuto dire di stare più calmo. Lui è aggressivo, mi piace, è tosto“: Se lo dice un uruguayano come Vecino, che fa della “Garra” il suo punto forte, c’è da crederci. Così il 5 biancoceleste aveva parlato ai microfoni de lalaziosiamonoi del difensore centrale francese.
L’acquisto arrivato a fine estate arrivato dal Marsiglia che si rivela come l’ennesima pedina di un gruppo che non sembra mollare in nessuno dei suoi effettivi. Un’esultanza, poi, che racconta in tutto il suo stile di gioco: una corsa a perdifiato verso la panchina della Lazio e poi un urlo a pieni polmoni verso i tifosi biancocelesti.
Ecco Dele-Bashiru: come ancora una volta preannunciato da Baroni
L’adattamento con il nostro calcio non è dei più semplici. Dele-Bashiru, sicuramente, in questi primi mesi qualche difficoltà l’ha accusata. Baroni, però, lo ha sempre difeso e lo ha sempre descritto come un’importante risorsa.
Le parole dell’allenatore ex Verona si sono tramutate in realtà e, nel momento in cui serviva di più una risposta dei nuovi, gli ultimi arrivi non hanno deluso.
La Lazio dopo la sosta riparte da dove aveva lasciato: 3 punti, secondo posto in classifica e un clima di grande entusiasmo. In estate nessuno avrebbe immaginato i biancocelesti in questa posizione. Ora, per il futuro, non resta che fare come, forse troppo spesso, viene detto dagli allenatori: “Pensare a una gara per volta”.