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Laporta: “Messi voleva restare, ma il Barcellona ha la priorità”

Il presidente blaugrana spiega i motivi dell’addio dell’argentino: “Non abbiamo i margini, i debiti sono importanti. Non voglio dare false speranze”

Una rottura improvvisa, ma definitiva. La notizia, clamorosa, è arrivata nella giornata di giovedì: Leo Messi non rinnoverà con il Barcellona. Un fulmine a ciel sereno, dopo che sembrava ormai tutto fatto per prolungare il contratto e la storia d’amore del fuoriclasse argentino con i blaugrana.

 

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Intervenuto in una conferenza con i giornalisti nella sala stampa del Camp Nou, il presidente del Barcellona Joan Laporta ha spiegato così le motivazioni dietro l’addio di Leo Messi: “Sono qui per spiegare i motivi per cui si è arrivati alla situazione di Messi. L’esito non è stato positivo, perché gli incassi e la massa sportiva rappresentano una voce importante nel bilancio e noi non abbiamo un margine per i salari che rispettino i limiti imposti da La Liga”. 

Il club, infatti, versa in una situazione di difficoltà economica: “I numeri presentati nelle riunioni fatte per programmare la stagione sono molti diversi da quelli che ci avevano detto. Le perdite sono superiori a quanto previsto, ci sono debiti importanti. Sapevamo che le norme del fair play finanziario e i criteri di acquisto ci avrebbero messo in difficoltà, per questo non abbiamo ancora potuto depositare i contratti discussi con Messi. Il Barcellona avrebbe dovuto sostenere un’operazione che per il club sarebbe stata diversa da quella che avevamo pianificato. Quando abbiamo dovuto prendere la decisione le cose sono cambiate e non abbiamo potuto fare altrimenti”.

“Grati per sempre a Messi, ma avremmo messo a rischio il club”

Laporta ha ringraziato poi Messi per i 21 anni passati al Barcellona, ribadendo però l’importanza dei bilanci economici: “Siamo un’istituzione con 120 anni di storia, che ha avuto il più grande giocatore della storia del calcio. A lui saremo grati per sempre, ma il club ha la priorità su tutto. Voglio dirvi che i motivi per cui si è arrivati a questo punto dipendono dalla situazione economica del club e dal peso economico del giocatore. Avremmo voluto sostenere questa spesa, ma non abbiamo margini salariali. La gestione precedente è stata difficile e quindi non abbiamo possibilità di sistemare questa situazione e abbiamo deciso di prendere l’unica strada possibile perché altrimenti avremmo messo a rischio il club. Ogni altra scelta avrebbe influito sui bilanci da qui ai prossimi 50 anni”.  

Da qui la decisione di interrompere la trattativa per il rinnovo, nonostante la volontà del club e del giocatore:Noi volevamo che restasse, e anche Leo lo voleva: avevamo fatto un primo passo e portato avanti la trattativa per mesi parlando più volte. Quando la negoziazione è arrivata alla fase finale abbiamo analizzato tutto ciò che la firma avrebbe portato, e abbiamo capito che le norme della Liga spagnola hanno bloccato tutto“.

 

“Non voglio dare false speranze”

Laporta ha chiuso anche la porta a qualsiasi a altro possibile ribaltone: “Non voglio dare false speranze a nessuno, quello che è certo è che le trattative si sono interrotte e il giocatore ha altre proposte. C’è un limite di tempo perché inizia il campionato ma anche per il giocatore che deve fare valutazioni e riflettere sul suo futuro per capire se le altre soluzioni per lui saranno migliori. Abbiamo valutato tutto, anche i pagamenti, Leo era d’accordo, il giocatore è sempre stato presente, pensavamo di poter trovare una soluzione per queste limitazioni, ci sono criteri che in altri Paesi funzionano e abbiamo provato a introdurre questi processi anche qui, poi abbiamo parlato di un contratto di 5 anni che Leo ha nuovamente accettato, abbiamo pensato anche al post Messi. Lo avevamo pensato per le norme del Fair play ma poi abbiamo sentito La Liga e dopo un’attenta analisi tecnica e condividendo le regole de La Liga abbiamo capito che non era possibile andare avanti per la sostenibilità del club. Io non mi sento affatto in colpa. Abbiamo fatto di tutto perché Messi continuasse al Barça, in questa situazione finanziaria”.

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E Tebas risponde: “Il fondo CVC non ipoteca il Barça”

Attraverso i suoi profili social, il presidente della Liga Javier Tebas ha precisato alcune dichiarazioni di Laporta, una in particolare, ovvero quella sull’ipoteca del Barcellona per 50 anni in caso di rinnovo di Messi: “Ciao Joan Laporta sai che l’operazione CVC non ipoteca i diritti televisivi del Barcellona per 50 anni, quello che fa è dare più valore a tutti i club in questo modo potrai saldare con le banche il grande debito”. Il fondo CVC, finanziaria britannica specializzata in private equity, è intervenuto per sostenere la Liga in un momento di difficoltà economica globale.

 

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