L’ammirazione per Gattuso, LeBron James e l’Entella. Gatto: “Scappavo di casa con mio fratello maggiore, ora mi gioco la salvezza con mio fratello minore”
Voce del verbo: segnare gol pesanti. Pesantissimi. Leonardo Gatto lo sa: la sua rete che ha permesso all’Entella di espugnare lo Zini di Cremona nello scorso turno di B, vale molto più di 3 punti. Fondamentale per una lotta salvezza che in questa stagione sembrerebbe essere un tema ricorrente nella famiglia Gatto. Il fratellino di Leonardo infatti, Massimiliano, gioca nella Pro Vercelli. “Scherziamo spesso a riguardo e, quando ad aprile giocheremo contro, se dovessi trovarlo dalla mia parte sarà una bella emozione marcarlo. Ci siamo già incontrati in passato e non ho mai vinto! Questa dev’essere la volta buona”, ammette sorridendo il classe ’92 dell’Entella in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com. “Devo dire però che sono contento per mio fratello visto che ora è andato a giocare dopo i primi 6 mesi al Chievo in cui non ha trovato spazio”.
Brotherhood. Dalle sfide in casa a Trebisacce (CS) a giocarsi la salvezza: uno scherzetto del destino. “Da piccolo ho iniziato a giocare seguendo mio fratello più grande, Giuseppe, quando scappavo di casa senza che mamma e papà si accorgessero di nulla. Poi, crescendo, con Massimiliano le sfide in casa erano all’ordine del giorno e abbiamo rotto di tutto! Quanto si arrabbiava papà…”, continua Leonardo ricordando quei tempi col sorriso. “Anzi, quando giocheremo contro vorrei proprio sapere per chi farà il tifo papà – ride nuovamente -... Magari verrà a vederci anche allo stadio”. Di certo sarà una giornata indimenticabile che Leonardo cerchierà in rosso sul calendario. D’altronde per lui, partito di casa appena quattordicenne per poter realizzare i propri sogni con la maglia dell’Atalanta, la famiglia ha sempre avuto la priorità su tutto. A testimonianza di ciò, le firme di papà Francesco e mamma Rosa che Leonardo ha deciso di tatuarsi sulla pelle come marchio indelebile della propria gratitudine.
Per il resto, “adoro pescare con gli amici e sono un grandissimo fan di LeBron James. Anzi, un suo tifoso sfegatato! Non mi perdo una partita”. Anche se, calcisticamente parlando, il modello di riferimento è sempre stato un altro calabrese proprio come lui. Da Gatto a… “Gattuso! Fin da piccolo lo apprezzo tantissimo. Mio fratello l’ha avuto come allenatore a Pisa me ne ha parlato benissimo, dicendomi che è una persona fantastica”. Con una caratteristica in comune: “Mi è sempre piaciuta la sua grinta, una caratteristica che cerco di mettere in campo anche io. Inoltre, ha sempre dimostrato un’umiltà fuori dal comune nonostante abbia vinto tutto. Se da piccolo ero tifoso rossonero lo devo soprattutto a questa mia ammirazione per Gattuso”.
Come Ringhio insegna, Gatto sa che c’è da lottare, partita dopo partita, per raggiungere gli obiettivi prefissati. “Quando sono arrivato a Chiavari, il direttore mi ha parlato di ambire ad una salvezza tranquilla. Poi all’Entella ci sono giocatori importanti sui quali credo si baserà un progetto per poter tagliare traguardi più prestigiosi nelle prossime stagioni”. Arrivato a gennaio dalla Salernitana, Leonardo si è calato benissimo fin da subito nel gruppo biancoceleste. Quasi come fosse lì da anni. “Sono stato accolto benissimo ma… c’è un problema: De Luca – ride -! Con Peppe (De Luca, ndr) è uno scherzo continuo. Io, lui, Aramu e Ardizzone siamo quelli più ‘casinisti’ nello spogliatoio”. Amici sia dentro, sia “fuori dal campo dove trascorriamo diverso tempo insieme e spesso giochiamo a basket alla Play, anche perché la mia ragazza, Marta, lavora a Napoli come farmacista e non me la sono sentita di chiederle di mollare tutto per seguirmi. Non sarebbe stato giusto”.
Ora che Gatto ha trovato anche la sua prima rete con la maglia dell’Entella, l’ambientamento può dirsi completato al 100%. “Sono contento ma ciò che importava non era tanto il mio gol quanto la vittoria in un momento così delicato per noi. Qui all’Entella cerco meno la rete perché gioco da quinto di centrocampo e penso più alla fase difensiva e quindi prima a non prenderli rispetto che a farli ma segnare è sempre una grande emozione”, ammette il classe ’92. Secondo match vinto consecutivamente per i Diavoli Neri dopo quello contro il Parma. Ora la squadra di Aglietti è a quota 35 e a +1 dalla zona calda. “Sapevamo di dover cambiare per tornare a far punti. Col Parma è scattato qualcosa anche grazie al discorso del presidente negli spogliatoi prima dell’inizio della partita. Ci ha detto che quella gara sarebbe rimasta negli annali perché stavamo per affrontare una squadra davvero blasonata. Era una sfida storica per i nostri colori”. Ve lo immaginate un presidente Gozzi in versione Al Pacino in ‘Ogni maledetta domenica’? Viaggiando un po’ con l’immaginazione, perché no.
Visti i risultati, un esperimento da replicare nella sfida del Comunale di domani contro il Palermo. E ora… non c’è due senza tre: “Magari! Ovviamente speriamo sia così”. Contro i rosanero però sarà tutt’altro che una passeggiata: “Dovremo essere lucidissimi perché hanno giocatori forti che possono far la differenza ad ogni minuto”. Nel Palermo infatti sono presenti tanti volti da Serie A, una categoria che per Leonardo “è un un sogno, un obiettivo che voglio raggiungere con tutto me stesso e che mi pongo. Per quel che sto mettendo in campo penso che un giorno potrò arrivarci. Ho 25 anni e ho ancora una carriera davanti”. Beh, certamente se dovesse continuare a segnare gol pesanti come macigni sulla falsariga di quello messo a segno allo Zini, la strada per coronare il sogno si rivelerà davvero in discesa.