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L’amicizia con Florenzi e Bertolacci, il ricordo di Morosini e l’esordio contro il Milan di Ibra: “Ma che ce faccio io qua?”. Ecco Sini, il ‘jolly’ dell’Entella

L’intervista a Sini dell’Entella.

Giocatori polivalenti. Universali. Meglio ‘Jolly’, in gergo calcistico: dove li metti, giocano. E lo fanno pure bene. Vere e proprie fortune degli allenatori: manna dal cielo averne almeno un paio in rosa. Se poi segnano pure, non ne parliamo.

Piacere, Simone Sini. Professione difensore centrale anzi, terzino, o forse centrocampista? Qualche dubbio in più negli ultimi tempi è sicuramente sorto anche a lui, che in questa stagione ha ricoperto indistintamente tutti e tre i ruoli. Con l’Entella che se lo gode: “Ovunque gioco mi diverto, per il futuro non mi precludo niente – ha rivelato il classe ’92 in esclusiva per GianlucaDiMarzio.comL’importante è giocare, non importa in che posizione”. Ci manca solo che Breda lo schieri in porta o… In attacco! “Speriamo”, scherza lui. Jolly in campo, poliglotta fuori: “Ora sto facendo un corso d’Inglese con la mia fidanzata, con la quale vivo ed adoro viaggiare appena ho un po’ di tempo libero”.

Simpatico, Sini. Ed entusiasta di aver trovato una certa continuità in maglia biancoceleste: Chiavari è l’ideale per far bene: c’è un ambiente sano e sereno”. Pure bomber: mancino di qualità, il suo. Gol banali proprio non riesce a farne. Sono già due gol in questo avvio di campionato, uno dei quali messo a segno sabato contro il Benevento. Partita pazza, folle. Sotto 0-2, remuntada e 3-2 finale. “Dopo 20’ eravamo sotto di due reti. Ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito che quelli non potevamo essere noi”. Poi, la svolta. “È servito anche qualche strillo dei ‘vecchi’ per svegliarci. In casa non potevamo sbagliare, è il nostro fortino (imbattuti dal 27 dicembre 2015, ndr). Ed infine, la vittoria. “Sapevamo di poterla ribaltare”.


Lecce: “La Serie A a 18 anni è stata l’esperienza più bella della mia vita”. Esordire a 18 anni a San Siro contro il Milan? Fatto. “Tanta roba!”. Il tono della voce cambia, subentrano le emozioni di chi da bambino ha tifato per i colori rossoneri: “Ero emozionatissimo. Mi guardavo attorno nel tunnel di San Siro e vedevo Thiago Silva, Ibra, Pato, Seedorf… ‘Ma che ce faccio io qua?’, pensavo tra me e me”. Accento romano di chi è cresciuto nelle giovanili della Roma ed incredulità di chi ancora stenta a crederci. “Ero l’intruso lì in mezzo”, e via di nuovo con una risata.

su e giù dalla Primavera romanista alla prima squadra: “Cercavo di rubare qualche segreto a difensori forti come Juan, Mexes e Burdisso. Chi aiutava più di tutti noi giovani era De Rossi: una persona stupenda ed un grande leader”.

Cresciuto insieme a Florenzi e Bertolacci, amicissimi i tre: “Ci siamo incontrati al matrimonio di Bertolacci. Alessandro ai tempi giocava davanti alla difesa! Inizialmente faticava per il fisico, ma col tempo ha dimostrato che contano molto più le qualità. È un bravo ragazzo che ha sempre lavorato in silenzio anche quando non giocava – continua il giocatore dell’Entella – Andrea invece è fortissimo e dimostrerà tutto il suo valore. Ma soprattutto è un ragazzo d’oro”.

Un altro grande amico di Sini conosciuto sul campo è stato Piermario Morosini: “Eravamo arrivati assieme al Livorno nell’ultimo giorno di mercato a gennaio e da lì abbiamo cominciato a far amicizia, fino a diventare compagni di stanza”. Indimenticabile per Sini, il ‘Moro’. Anzi, sempre con lui, visto che sotto la maglia biancoceleste dell’Entella ne veste sempre una in onore dell’ex compagno scomparso. “Mi fa sempre piacere ricordarlo”.

Magari sperando di poter dedicare a Morosini un gol un domani anche in Serie A. Per un jolly che vuole rivivere certi palcoscenici diventando grande con l’Entella: “Lavoro per rivivere un giorno la Serie A: ci spero!”.