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La storia, i gol come Maradona nell’86, lo stop: giostra Lukaku

C’è stato un tempo in cui per pranzo c’erano latte e pane. Un tempo in cui le scarpe erano bucate, la tv via cavo era un sogno e la doccia era un lusso.

Poi tre parole e una promessa. “Tutto andrà bene”. Una storia che parte dal Congo ma nasce in Belgio ed ora ritorna lì, tra i ricordi e il presente di Romelu Lukaku.

Doppietta contro Panama ed oggi si è ripetuto contro la Tunisia. Quattro reti segnate a Russia 2018 finora, tante quante CR7, ma non parlategli di ‘Golden Boot’, viene prima la squadra. E poi: “Non paragonatemi a Ronaldo”.

Però ad oggi nessuno come lui, a segnare più di un gol in due gare consecutive di un Mondiale, da quando a realizzare questi numeri fu Maradona nel 1986.

Romelu sarebbe nato solo 7 anni dopo quel record del 10 argentino. Oggi è il giocatore più prolifico di sempre del Belgio con 37 gol realizzati.


“Volevo diventare il più grande giocatore belga”. Un sogno come un mantra da ripetere per asciugare le lacrime della madre, quelle viste quando aveva 6 anni mentre allungava il latte con l’acqua perché altrimenti non bastava per la settimana.

Lacrime sì, quelle che adesso possono essere di gioia per questi primi 180 minuti di Mondiale.

Pur di essere in campo oggi pomeriggio ha anche forzato un po’. La caviglia è il punto debole, il suo Tallone d’Achille che lo terrà ai box per la sfida contro l’Inghilterra.

Un infortunio da valutare, domani Lukaku vedrà il fisioterapista e si capirà di più su entità e tempi di recupero; lui comunque è uscito sorridente dallo stadio e tranquillo, nonostante Martinez tema per i legamenti. Ma non solo per quello.

L’attacco infatti sarà un po’ decimato contro la nazionale di Southgate, visto che anche Hazard non ci sarà a causa di un risentimento al polpaccio.

La ‘giostra’ Belgio comunque deve girare ancora, ora che – in quanto a gol fatti – diverte. Sì, anche senza Nainggolan e col rischio (per alcuni giornalisti locali) di essere noiosi. “Felici di essere così senza di lui”, aveva risposto Martinez.

“Siamo una squadra di calcio, pensiamo al campo”. Ed anche all’infermeria, per non perdere per più di una gara Lukaku e farlo risalire al più presto sulla giostra dei Diavoli Rossi.