La rinascita di Pisa. Gattuso, 5000 cuori e una Serie B riconquistata…
Per un’ora, o poco più, anche la Torre è sembrata tornare un po’ più dritta. Come se tutto, di nuovo, fosse al suo posto. Ringhio Gattuso è tornato tra la sua gente, nella sua Arena. La rinascita di Pisa, e del Pisa, comincia da qui.
Il Duomo è lì a sorvegliare il suo popolo, la Torre per un giorno non sarà la fotografia più scattata nella città che ai miracoli ha dedicato il suo salotto migliore e che ora si gode un miracolo atteso per settimane. Le bandiere che sventolano all’Arena, tra i 5000 tifosi che abbracciano il ritorno del loro gladiatore, portano i colori ed i simboli di una Repubblica che ha dominato i mari e che è rimasta in piedi immortale. Figurarsi se un’estate così, a tratti drammatica e insopportabile, poteva spegnere la passione di una città intera.
Un’estate infinita, surreale. Che va oltre il calcio e lo sport. I tormentoni estivi hanno spazzato via in un lampo la gioia di una promozione in B attesa 7 anni. Prima la rottura interna alla società, poi la conferma, quasi forzata, di Gattuso. Armonia che resiste poco, il 31 luglio Ringhio saluta la città e se ne va da una situazione che non vuole più portare avanti. La squadra è lasciata a se stessa, ci si allena come si può. Un po’ per gioco, un po’ per passione. Senza staff, senza materiale. Neppure i dilettanti. Le giornate si passano quasi tutte a casa, con la famiglia. Le amichevoli? Saltate, come quella col Celta Vigo. Più PlayStation che campo, la surreale estate nerazzurra. Eppure i risultati arrivano, perché Brescia e Salernitana si piegano in Coppa Italia ed il Pisa, con le maglie dello scorso anno ancora addosso, dimostra di esserci eccome. Ma con quale futuro? Incerto, incertissimo. Tanto che la squadra smette pure di allenarsi e ottiene il rinvio della prima di campionato con la Ternana. Fuori dal campo intanto l’estate balla a colpi di carte bollate, comunicati, offerte, controproposte, polemiche, note del sindaco e proteste. Ma il calcio non è questo, il calcio è quella cosa che in un pomeriggio di settembre porta 5000 tifosi ad un allenamento. Per abbracciare l’unica certezza di tutta un’estate: Gattuso. Ringhio che per giorni attende soltanto una chiamata per ripartire verso Pisa. Ha già le valigie pronte, la squadra la sente 20, 30 volte al giorno. E’ più forte di lui. E’ adrenalina, passione, sangue. Un cuore che pompa calcio. Attende soltanto una chiamata sì, gli arriva da Pablo Dana. Doveva prendere il Milan con Mr. Bee, ora rappresenta il fondo arabo che ha acquistato il Pisa dalla famiglia Petroni. Dal rossonero… al nerazzurro, Gattuso e Dana, in qualche modo, condividono lo stesso strano percorso. Un’idea nata a cena a Forte dei Marmi, l’11 agosto. Le stelle cadute la notte prima avevano fatto il carico di desideri a Pisa. “Riportateci Gattuso, riportateci Gattuso” era stata la filastrocca di una città intera. Bambini, genitori, nonni. Fidanzati, amanti, giocatori. Gli stessi volti che oggi rivedi all’Arena. Che hanno atteso tutti, per tre settimane, la stessa chiamata. “Ringhio, puoi partire. Abbiamo trovato l’accordo”. E’ arrivata ieri sera, intorno alle 22. Meno di 24 ore dopo Gattuso è già all’Arena. La squadra torna ad allenarsi, in tribuna sono in 5000 ad accoglierlo. “Non sono un eroe”, dice lui. Ma l’Arena ha ritrovato il suo gladiatore. E’ di nuovo tutto normale, in un pomeriggio che forse di normale non ha niente. Ah, Ringhio. Guarda la Torre. Per un giorno anche lei sembra tornata dritta. Bentornata Pisa, ricominci da qui.