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La pistola come i cowboy, la pelliccia in panchina e l’ “odio” per il calcio, Zigoni si racconta: “Best mi copiava. Higuain? Ero di un altro pianeta”

Il mercoledì di Champions è quasi un rito allo stadio del Liventina,
squadra di metà classifica di Serie D. Ci si ritrova intorno ad un tavolo a
guardare la partita delle italiane impegnate in Europa. Oggi è il turno della
Juventus e c’è tanta gente anche questa sera, ma tra tutti spicca la presenza
di Gianfranco Zigoni, che nella Juventus ci ha anche giocato. E ha fatto gol,
il primo proprio contro l’Olympiacos: “Oggi è una serata speciale, sono con
amici e oggi è il compleanno di Totti – Ha detto Zigo-gol ai microfoni di Sky Sport
Higuain? Io ero di un altro pianeta. Heriberto Herrera dopo uno Juventus-Olympiacos
mi diede un cazzotto e non ho potuto reagire perché era grande e grosso. Quando
è morto ho sperato di non rivederlo nemmeno lassù perché mi faceva solo
correre. Quando non segnavo? Mi preoccupavo quando stavo male non quando non
facevo gol. Io non ero un grande goleador, quando mi andava segnavo. Ero felice
se segnavano i miei compagni perché io tanto avevo il posto garantito, loro no. Best? Peccato che sia morto, per anni ha cercato di
copiarmi
. Io non ho mai finto nella mia vita, io ero così. Non volevo fare il
personaggio: sono andato in panchina in pelliccia, e giravo con la pistola perché
mi piacevano i cowboy
. Da bambino avevo due squadre: l’Inter e il grande
Torino. La squadra nerazzurra mi voleva a tutti i costi, ma io sono retrocesso
in B con il Verona e ho promesso ai tifosi di riportarli in Serie A. Il
presidente mi diceva di andare per incassare i soldi dell’Inter ma io sono
rimasto perché avevo fatto una promessa ai tifosi. Non ero innamorato del
calcio, a me piaceva con i compagni all’oratorio. Fino a 15 anni non ho mai
avuto allenatori, per il calcio era un gioco da bambini. Quando ho avuto il
primo allenatore ho iniziato ad odiare il calcio, perché mi sono sempre sentito
libero. Totti? Lo ammiro come uomo, è un ragazzo modesto e umile.
Quando ho smesso per un anno mi sono svegliato e dicevo “devo andare ad
allenarmi”, avevo gli incubi”.