La metamorfosi di Iago Falque: dalla maglia di Tiago camuffata a cuore granata al 100%. E quella volta che segnò nel derby…
Vestire entrambe le maglie di una città. Vivere
sia la Torino Granata sia quella bianconera: qualcosa per pochi. Storie di
derby. In tempo di derby. Questione di
scelte, di cuore o professionali. Da Piola e Gabetto ai più recenti Ogbonna,
Quagliarella, Immobile e via dicendo: in tanti ci sono passati. Ma in pochi si
sono schierati così apertamente come ha fatto Iago Falque. Rinnegando forse in parte il suo passato. Quello bianconero.
Tutta colpa dell’intervista rilasciata a Onda
Cero alla vigilia di Juve – Barça
di Champions. “Tifo sempre per le spagnole soprattutto se giocano
contro la Juventus, la
nostra rivale più grande”. Nemmeno a dirlo, ai tifosi juventini non è andata affatto giù questa sua
dichiarazione. Anzi. Inferociti sui social. La nazionalità spagnola di Iago, la fede blaugrana
fin da bambino e gli 8 anni trascorsi a La Masia prima di approdare in Italia
non sono bastati a giustificare ai loro occhi questa presa di posizione. “Da bambino il mio idolo era Rivaldo e per questo motivo preferii andare in
Catalogna piuttosto che al Real, altra mia pretendente. Il Barça mi pagava la casa, hanno
trovato un lavoro per mio padre e garantito i biglietti a mia madre per venirmi
a trovare tutti i weekend. Esordii anche nella squadra B con Guardiola nella
terza serie spagnola. Tra i miei compagni c’erano Pedrito e Busquets, andavo a
scuola con Messi. Poi è arrivato Luis Enrique e una settimana prima dell’inizio
del campionato mi ha detto che non contava su di me, così ho chiesto di andare
via”. E pensare che la sua avventura alla Juve era
iniziata nel migliore dei modi. “La Juve venne a vedermi ad un torneo con
l’Under 19 spagnola dove mi avevano votato miglior giocatore. Mi presero a costo zero. Andai a vivere a
Vinovo con mio nonno senza conoscere la lingua, è stato molto complicato ma fu un’esperienza bellissima, sono cresciuto
con dei campioni come Del
Piero”. Nella Primavera di Maddaloni segnò 10 gol nella regular season e 2 nelle fasi finali, inchinandosi al
Palermo – poi campione d’Italia – nei quarti. Fino all’esordio in prima squadra nell’agosto 2009 al Trofeo Berlusconi.
Indimenticabile il suo ingresso in campo con la maglia di Tiago camuffata per
l’occasione. Un’invenzione dello staff bianconero nata sul momento visto
come fossero sprovvisti della sua maglietta da gioco. Ah, quasi dimenticavamo: il 31 gennaio 2009 segnò anche nel derby
contro il Toro terminato 3-0 per la Juve. Dettaglio che in pochi conoscono.
I suoi attuali tifosi però l’hanno già perdonato vista la super stagione condita
da 11 gol in granata. Augurandosi
che sabato possa ripetersi a maglie invertite. Sì, perché nel prossimo turno di
campionato c’è in programma il derby della Mole. E lo spagnolo ha già pensato
bene di infiammarlo: “I bianconeri hanno
l’impegno contro il Monaco, speriamo si stanchino un po’. Da tempo non perdono
a casa loro, allo Stadium… Noi ci proveremo”. Per lui però “nessuna rivalsa nei loro confronti. Io sono al Torino e mi trovo molto bene, penso solo a dare il massimo”. Cuore Toro al 100%, Iago. “Ho voluto studiare meglio la storia granata e prendere confidenza con i nomi: da Mazzola in giù,
perché la storia è ciò che resta della passione per una squadra”. Spiegare il
perché sia entrato così prepotentemente nel cuore del tifo granata sarebbe
superfluo. Casa sua, ormai. “La città è bellissima e mi trovo
benissimo: dal primo giorno in cui sono
arrivato i tifosi mi hanno accolto in maniera speciale, non ho mai sentito la stima che sento qua.
Loro apprezzano molto quei giocatori che corrono e danno tutto sul campo come
me: nel bene o nel male in campo lascio tutto quello che ho”. Attaccamento verso la maglia e testa sulle spalle. “Sono un ragazzo tranquillo che vive
con la propria ragazza, il proprio cane e la famiglia. Mi piace cucinare: sono
sempre ai fornelli. Ma soprattutto cerco
di essere un professionista perché il calcio è un lavoro ma molto più pagato di
altri e questo non devo dimenticarlo mai”. Merito di mamma Carmela, ex senatrice e portavoce del Partito Socialista
spagnolo. “Mia madre mi
ha inculcato gli ideali di sinistra, mi ha spinto a interessarmi, a informarmi,
a farmi domande, a leggere, a cercare di capire. E a non rifiutare mai il
contatto con la gente”. Anche se “il
calciatore era l’ultimo mestiere al mondo che voleva facessi…”. Invece Iago Falque calciatore lo è
diventato. Eccome. Riuscendo addirittura a vestire la maglia del Barça ma
soprattutto sia quella della Juve sia del Toro. Non proprio un qualcosa da tutti i
giorni. In particolare alla vigilia di un derby così sentito. In cui sogna di
risultare decisivo contro il suo passato.