La Gumina si racconta: “Batman, il bigliettino per mister Carbone e Dybala-Vazquez. Palermo? E’ tutto per me”
Il Biondino dal cuore d’oro. Una favola? A modo suo, sì. Antonino La Gumina, per tutti Nino: un minor mundus da scoprire. Si definisce un ragazzo generoso ed estremamente incline agli scherzi: della serie, un giorno senza sorriso è un giorno perso. In campo, però, cambia volto: “Mi scatta l’ira”. Corre, lotta, si arrabbia. Un mix tra Immobile e Reus qualcuno lo definisce, ma lui puntualizza subito: “Solo per la somiglianza fisica”. Rispetto e umiltà, come gli hanno insegnato papà Filippo e mamma Silvana.“La mia famiglia è tutto per me, è la mia vita. Quando gioco penso a loro, sono la mia forza”. Un ragazzo d’altri tempi, con valori sani e autentici, altro che bad boy… “Good boy o… family boy”, riadattando e italianizzando un po’ la locuzione inglese… ‘ragazzo di famiglia’.
Classe ’96, prima punta La Gumina. Non il classico nueve, “sono uno che si muove in continuazione, che attacca lo spazio e nello specifico mi ispiro a Morata”. Il Biondino, come lo chiamano a Terni, vive per il gol… “E’ la mia felicità. Segnare è fondamentale, una cosa – spiega ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – dalla quale non posso prescindere”. A tal punto che nello scorso Torneo di Viareggio ha realizzato 9 reti in 7 partite e titolo di ‘golden boy’ in tasca: “E’ stata una grande esperienza, peccato per come è andata a finire. Quando abbiamo perso la finale con la Juventus ho pianto tutto il giorno. Ma non finirò mai di ringraziare mister Bosi per le possibilità che mi ha dato e per avermi fatto crescere così tanto”.
Si muove bene in campo La Gumina, uno di quelli che non si ferma un attimo, che la palla se la va a cercare sempre e comunque. ‘Nino devi sempre attaccare lo spazio’… ‘Nino, vai profondo’. Parole che gli suonano familiari, che lo fanno sorridere ma al tempo stesso gli fanno scendere anche una mezza lacrimuccia. Un salto indietro, agli allenamenti al Palermo con Dybala e Vazquez, che di consigli gliene davano tanti: “Consigli e…scherzi! Sono due fenomeni e due persone fantastiche, mi sento spesso con loro. L’anno scorso dopo la partita dello Stadium siamo stati tutti insieme. In allenamento facevano cose pazzesche. Il ‘mudo’? In campo non parla, ma fuori sì…eccome!”.
Senza peli sulla lingua La Gumina, dice quello che pensa. Sentimenti veri, tre passioni: la famiglia, il calcio e la sua terra. “La Sicilia è la mia vita, quando torno mi emoziono sempre. Palermo rappresenta tutto per me, ringrazierò sempre la società per le possibilità che mi sta dando. Un gol decisivo al Barbera? Magari, magari ma adesso meglio pensare alla Ternana…”. Inizia relativamente presto la sua avventura in rosanero: La Gumina smette di allenarsi con il Capaci perché era troppo forte per i suoi compagni e non si divertiva più. Così mamma Silvana lo porta ad un provino con il Palermo e subito… “Chi sono i genitori del ragazzo biondo? Il giorno dopo già squillava il telefono”.
Ha tre tatuaggi La Gumina: le iniziali della sua famiglia, un’aquila (“mi ci rivedo per spensieratezza e forza”) con dei fiori e le nuvole, infine la data dell’esordio in Serie A. 8/4/2015, l’emozione più bella della sua vita. Perché Nino vive per il calcio. Gli capita magari quando va al cinema, “ma no film lunghi e pesanti vi prego…” o gioca alla Play Station di pensare alla partita, al movimento giusto, al gol. Molto religioso e socievole, uno che ti fa passare il tempo in fretta Nino: tra uno scherzo e una battuta. A Terni già si è ambientato benissimo e le partite a Cod (Call of Duty) sono diventate ormai un rituale: “Giochiamo io, Falletti e Avenatti nella modalità online. C’è pure Surraco che è un mostro, è fortissimo. Falletti se la gioca con me per il più scarso, ma obiettivamente è peggio lui”.
Poi c’è Batman, l’idolo. Portafortuna, talismano e modello di vita, “per il suo ideale di giustizia”. Ragazzo deciso La Gumina, sa ciò che vuole anche se in realtà il cassetto dei sogni lo lascia ben chiuso. Impossibile accedere? “Magari un giorno un tridente con Vazquez e Dybala. Loro alle mie spalle ed io prima punta…”. Si definisce istintivo e passionale. Non vuole sentir parlare di enfant prodige…U Picciriddu allora? “Ce n’è già uno e se c’è uno non può esserci un altro…”.
Chiaro, originale. Da quest’estate indossa la maglia della Ternana (dove è arrivato in prestito) e l’impatto è stato senz’altro positivo, come dimostra anche il gol a Trapani, il primo in Serie B.“Mi trovo bene, è la piazza giusta per crescere. Mister Carbone mi aiuta molto, la prima cosa che mi ha detto quando ci siamo visti è di fidarmi di lui”. E La Gumina lo sta facendo. Chiude con un pensiero, perché il passato non si dimentica. Un bigliettino per lui come a Capaci? “Perché no, come al mister del Capaci quando ero più piccolo. Ora glielo vado a preparare con scritto. ‘Mister mi vuoi bene?’ e i quadratini ‘sì’, ‘no’. Ma penso che barrerà la prima opzione…”. Risata generale, un bel tipo La Gumina. I capelli da biondi sono diventati più scuri (per fortuna le amate meches), il fisico ormai ‘da uomo’. Una cosa però è rimasta intatta: la voglia di arrivare, sempre e comunque. Con rispetto e amore sconfinato per la sua terra…