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La formazione con 11 macchinine e la passione per la cucina, la mamma di Valoti racconta Mattia: “Da bambino era già maturo”

Non chiamatelo cocco di mamma. Mattia Valoti ci ha messo pochissimo a diventare grande. Da solo, ovvio. Ma si sa, l’amore di una mamma va oltre qualsiasi circostanza e oltre il tempo. E’ questo il caso di Marta Francucci, donna nel pallone: in tutti i sensi. Prima moglie di Aladino, ex calciatore, e poi mamma di Mattia, calciatore anche lui e promessa del Verona. Siamo parlando della signora Valoti, che praticamente da 30’ vive con un pallone dentro campo.

“Mattia è nato e cresciuto sul campo – racconta a gianlucadimarzio.com – perché seguiva già attentamente, anche piccolissimo, suo papà durante le partite”. Inutile parlare dei giochi preferiti del piccolo Mattia. “Tutto ciò che potesse avere un riferimento al calcio: era un bambino genuino che amava giochi semplici, ma anche le sue macchine venivano trasformate in una formazione di 11 giocatori per simulare le partite”.

Tutto suo padre, insomma. Ma la vita da moglie di calciatore non è stata poi così facile. “Tante emozioni ma al tempo stesso anche tanti sacrifici: mi sono ritrovata giovane e sposata, ho lasciato la mia città, le mie origini, la mia famiglia, il mio lavoro e le mie amicizie per seguire al massimo quella che è la carriera di mio marito”. E poi c’è la vita da mamma. “E’ coinvolgente sotto molti punti di vista: anche come tifosa dagli spalti ti emozioni vedendo la contentezza nei suoi occhi, perché lo vedi felice mentre esulta per una partita  giocata bene e per un suo sogno che ha sempre portato avanti ed è gioia dal punto di vista sportivo. E poi a me vederlo giocare a calcio piace perché vivo anche le sue emozioni”.

Mattia ha appena 23 anni, ma guai a considerarlo un bambino. Quello in realtà non lo è stato mai, neanche a casa. “Ai miei figli auguro sempre di avere un figlio come Mattia: un bambino che non ha conosciuto l’adolescenza, anche perché la sua vita era devozione al calcio e quindi non seguiva l’andamento dei suoi coetanei. Niente discoteche, vita notturna o motorini”. Testa nel pallone? No, testa per il pallone. “Un ragazzo concentrato sul calcio, responsabile, bravo, serio fin da subito. Era già maturo da bambino”. E anche oggi che è “cresciuto” è rimasto lo stesso. “Mattia è un ragazzo che rispecchia i valori insegnati”. Ecco, il papà gli ha trasferito la passione per il calcio, ma la mamma? “L’amore e la grande forza che ho potuto donargli per poter contribuire al proseguimento dei suoi traguardi non solo sportivi sono il mio orgoglio. Crescere un figlio maschio, è una grande responsabilità perché un domani deve diventare uomo”.

Oggi Marta si emoziona per i primi gol, ma è impossibile non tornare indietro al primo contratto e all’emozione di quel giorno. “Il primo in assoluto fu con l’Albinoleffe, ma quello più importante è arrivato a 17 anni con il Milan. Quella volta ero emozionantissima anche io perché ci siamo ritrovati davanti ad un dirigente come Galliani, in una stanza piena di coppe e con Mattia che era “perso”, pieno di gioia e di sensazioni nuove”.

Mattia è il primo di tre fratelli. Benedetta e Alessandro stanno crescendo prendendo lui come modello, perché un ragazzo così non può che essere uno stimolo a far sempre meglio anche in famiglia. Ecco perché dopo il primo gol con la maglia del Verona è stata una gioia per tutti in casa. “E’ stato un gol liberatorio: Mattia veniva da una serie di infortuni  che lo hanno bloccato, ma è stato bravo ad insistere per rimanere a Verona nonostante altre richieste da parte di altre società perché sapeva che lì avrebbe fatto bene. E’ stato forte e tenace e grazie alla società ha dimostrato di potercela fare.  Per tutti noi, vederlo esultare, è stato emozionante”.

E per festeggiare questa grande gioia da brava mamma Marta gli ha preparato il suo piatto preferito. “Mattia ama il mio ragù, e la mia cheesecake, ma posso dire che è un buongustaio, ama mangiare bene e mi mette sempre alla prova. Devo impegnarmi quando torna a casa: è di alte pretese”. Fin da quando era piccolo, pare… “Un giorno, tornato da scuola, come aprì la porta mi disse dalle scale, ‘Hai preparato il risotto allo zafferano…”, perché anche da distanza riconosceva quello che avevo cucinato. Ed infatti anche lui in cucina non se la cava male”.

D’area di rigore ai fornelli: Mattia Valoti dimostra di essere un ragazzo con tanto fiuto…del gol e non solo.

Virginia Robatto