La coppa, la separazione e il ritorno: Mario + Wes = 45 +10. A Nizza c’è la coppia Triplete, sfumature di Sneijder e Balotelli
45 + 10 = Mario +
Wesley. Un’equazione perfetta, determinata. Una formula tutta
nerazzurra, memorabile, mega nostalgica. E ne sono passati di anni,
sì. Anzi, ‘Ouì’: sfumature oggi francesi in un vecchio
miracolo Internazionale. Prendete un italiano e un olandese,
un attaccante e un trequartista, insomma: rimettete assieme Balotelli
e Sneijder. Così diversi un tempo, molto simili oggi.
Questione di ambizioni e desideri comuni. Dal nerazzurro al
rossonero, evoluzioni di due carriere parallele alla fine riunitesi.
In Francia, al Nizza: là, nella nuova terra di Neymar, in una
Ligue 1 sempre più dai caratteri italiani.
E allora meglio
immortalare subito il momento. ‘Instagrammando’ il passato,
accarezzando un storia scritta in due: “Vamosssss”.
Carichissimo, Balo: che ieri notte ha postato subito la gioia per il
compagno ritrovato.Il tutto mentre Wes arrivava in Francia nelle prime ore del mattino per completare gli ultimi dettagli della sua nuova storia. Sorprese da gran calciomercato, già. In un estate bollente, movimentata: dalla tentazione Sampdoria al tentennamento. Fino a una domenica da Nizza. E chissà ora quale trama verrà composta, a quale
disegno sportivo assisteremo. Un po’ come quando quel 10 approdò
all’Inter dal Real Madrid, perché nessuno poteva minimamente
immaginare quale imprese si sarebbe divertito a scrivere nel 2010 con
i suoi compagni. E con Mario, anche. Racconti di due talenti opposti.
Storie di mentalità e regole diverse. Dicotomie interiste che,
all’improvviso, diventano nizzarde. Mourinho prima, Favre
ora. Dal pragmatismo alla fantasia. Tre, due, uno: partiamo,
illuminati da una scia verticale a noi ben conosciuta. Quella di
Sneijder e Balotelli.
Antitesi
Due tipi spontanei.
Caratteri e piedi d’eccezione. Ragazzi cambiati nel corso degli
anni, talenti maturati in un percorso tutto loro. Storie di sfide,
gloria, rabbia, multe e pettegolezzi. Merito delle intuizioni. Come
nel derby d’esordio contro il Milan, quando Snijder regalò subito
pennellate della sua classe: “Quanto
eravamo forti! Dopo una settimana, ho detto a mia moglie: ‘questa è
una squadra’. E alla fine, abbiamo vinto tutto”. Destino
da 10, sì. Perché con Mourinho fu amore a prima vista: “Non
lo conoscevo per niente”,
eppure “a
Madrid cominciò a mandarmi dei messaggi, dicendo che conosceva
perfettamente la difficoltà della mia situazione lì. Mi assicurò
che per me voleva il meglio, che dovevo lasciare Madrid per diventare
uno dei suoi giocatori più importanti”.
Detto, fatto. “Mi
disse anche: ‘voglio vincere la Champions. Se vieni, insieme ci
possiamo riuscire‘.
E come andò a finire lo sappiamo bene.
Armonie
perfette. Cose
da numero 10, numeri e classe in una squadra con la media del 32% di
possesso palla quell’anno. Eppure Wes poteva tutto: spiegava e
armonizzava. Decideva. E soprattutto aveva la tendenza a risolvere
problemi all’ultimo minuto, come a Kiev: la battaglia del cuore, al
freddo, ribaltando l’impossibile. Sneijder fu proprio l’eroe del
Triplete che fece innamorare ogni singolo tifoso interista.
Dimenticandosi delle difficoltà di Madrid e rifiorendo nella grigia
Milano, consacrandosi al mondo. E battezzandosi, perché “ad
Appiano Gentile c’era una cappella e un sacerdote, lì sono stato
battezzato e ho ricevuto la cresima”.
Questione di fede, “Dio
mi ha dato forza, anche se non prego mai sul campo: lo faccio prima
di ogni partita, magari in spogliatoio”.
Carriere
parallele, dicevamo. Storie diverse, però: perché se Wes entrava
nella storia, Mario provava a crescere. A capire il calcio. “O
diventa un fenomeno o non diventa niente”,
disse
Mancini prima di Mourinho. Tra feeling
e vittorie diverse: “Perché
il Mancio è capace di tirare fuori dai giocatori il 100%, con me lo
fece
eccome. E la
mia vittoria più bella in nerazzurro è il primo scudetto, per me un
brivido indimenticabile”.
Altra
roba quella Champions. Alternata da cose pazzesche e cavolate senza
senso. Dall’incredibile gol in punizione contro il Rubin Kazan ai
mugugni di San Siro seguiti dal lancio della maglietta dopo un suo
errore. Il tutto in una notte pazzesca, battendo 3-1 il Barcellona.
“Ha
rovinato la festa”,
tuonò Zanetti.
Talento e racconti di una mente al tempo immatura, ragazzo
incorreggibile: “È
da un po’ che non ci incontriamo. Lui è un bravissimo ragazzo, ma
è un po’ pazzo. Lo era già quando giocavamo all’Inter”.
Pillole
di Wes all’inizio dell’avventura al Galatasaray proprio sull’ex
compagno, Mario. Talenti divisi, separazioni diverse dopo il
Triplete. Uno riconfermato, Wes, l’altro scartato e spedito in
Premier League. Di mezzo, poi, aneddoti e retroscena di ‘rimpatriate’
milanesi. Tra Vodka, belle donne e brindisi in discoteca, il tutto
nel novembre del 2011. Wesley e Mario riuniti in un locale, senza
pallone. Ma sarà un’altra storia ora.
E
adesso un altro sogno, assieme
Le
loro carriere hanno preso sentieri diversi. Cammini e viaggi
essenziali, tappe ed esperienze: la Premier, il City e il Liverpool
per uno. La Turchia, Galatasaray, per l’altro. Sfumature
e tanti anni lontani, lontanissimi. Fino al rossonero comune, quello
che Balo
ha vestito al Milan. Ma soprattutto quello che ha scelto di indossare
a Nizza: tornando ad essere un vero calciatore. Riabilitandosi.
“Balofolie”,
oui:
termine coniato in Costa Azzurra per metaforizzare la sua emotività.
Trovando nuovamente la voglia di giocare al calcio. Col pallone prima
dei soldi e delle macchine di lusso. E con i gol, soprattutto. 17
totali al primo giro di corsa, esultando: piccolo indizio per la
felicità. Tra scherzi e sorrisi. Senza
i colpi di tacco inutili, lasciando da parte i ‘fallacci’ e le
sequenze di finte fini a sé stesse. E
ora, in più, Wes. Notizione da festeggiare: accordo di un anno con opzione per il secondo per una cifra attorno a 1.8 milioni di euro più bonus.
Una
gioia in più per Balo, un acquisto prezioso per Favre. Ah, una
preoccupazione in più per Sarri e il Napoli. Perché sarà subito
Europa, da un Triplete ad un preliminare di Champions League assieme.
Sette anni dopo, di nuovo uniti:
45
+ 10 = Mario + Wesley. Un’equazione perfetta, determinata. Una
formula memorabile, mega
nostalgica.
Tutta
nerazzurra, ops: rossonera.