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La continuità, il riscatto, l’Italia: la stagione di Emerson Palmieri in tre tappe, tra il giallorosso e l’azzurro

Una felicità incredibile, momenti di commozione. Cellulare subito in mano. Un messaggio alla chat di famiglia. Asse Roma-Brasile, la gioia corre veloce, per annunciare a madre, padre e fratello la notizia. Finalmente azzurro. Nuova sfumatura di colore nella carriera di Emerson Palmieri. Giallorosso di club, azzurro Nazionale per Giampiero Ventura che domenica l’ha chiamato per lo stage di Coverciano. “E’ una piacevole sorpresa – ha detto il ct – è un ragazzo che potrà ritagliarsi spazio nell’Italia. Dipenderà da lui. Stavolta, non potendo lavorare con noi passava da un gruppo all’altro per vedere come facevamo la fase difensiva e quella offensiva. Ma si vede che ha voglia di crescere”. Non si è allenato a Coverciano, causa infortunio. Ma il suo nome ormai è sul taccuino di Ventura e la prossima due-giorni di stage azzurro sarà la buona occasione per vederlo indossare questa maglia sul campo d’allenamento.

‘Se insisti e resisti, raggiungi e conquisti’, una frase, un mantra. Eredità di Trilussa, è diventata anche uno striscione. E Roma, e la Roma, in qualche modo le sono legate. Come la parabola di chi non molla e fa diventare i propri obiettivi realtà. Dalle parti di Trigoria, chiedere a proprio a Palmieri: nove presenze e un gol l’annata scorsa. Trenta totali (più la rete al Villarreal in Europa League), invece le apparizioni finora in questa stagione. Difficile non chiamarla rinascita. In campionato, in Europa e ora anche col traguardo Italia. E’ diventato convocabile dallo scorso 27 marzo, dopo un iter burocratico di poco meno di 50 giorni. L’ok della Fifa è arrivato grazie alle sue origini italiane. ‘Iure sanguinis’, per dirla in latino. Grazie alla discendenza da Alfonso Palmieri, nato in provincia di Cosenza il 12 maggio 1853. E grazie al fatto che la maglia della nazionale brasiliana non l’ha mai indossata in gare ufficiali.

L’azzurro come coronamento di una stagione iniziata non nel migliore dei modi, ma proseguita in crescendo grazie al lavoro e alla fiducia di Luciano Spalletti che gli ha dato minuti e motivi per credere in se stesso e nelle sue qualità. Per trasformare così quei mugugni dei tifosi in applausi. I dubbi in consapevolezza. La rinascita di Emerson in tre mosse: la continuità, il riscatto (sì, anche quello economico alla 12esima presenza in giallorosso), l’Italia. Ventura convinto ed ecco la prima chiamata in azzurro, finalmente parte di una Nazionale che continua a vagliare talenti, a sperimentare novità, per costruire l’Italia del futuro di cui anche lui adesso fa parte.