La conferenza stampa di Manolo Portanova: “Il nostro silenzio è durato troppo. Ho il diritto di tornare a giocare”
Le parole in conferenza stampa di Manolo Portanova, di suo padre Daniele e del suo Avvocato
Dopo aver rotto il suo silenzio qualche giorno fa (leggi QUI le sue parole), Manolo Portanova interverrà in conferenza stampa dopo la condanna di sei anni di reclusione in primo grado con il rito abbreviato per violenza sessuale di gruppo.
Nel corso della conferenza stampa – tenuta al Tower Genova Airport Hotel& Conference – parlerà anche Gabriele Bordoni, Avvocato del giocatore.
La conferenza stampa di Portanova
Prende la parola Portanova: “Innanzitutto voglio ringraziare tutte le persone presenti. Io, mio padre e il mio avvocato ci tenevamo a questa conferenza stampa. Penso che il nostro silenzio sia durato troppo. Quello che posso dirvi è che soffro per tutto quello leggo e per le persone che ne fanno parte. Fino a poche settimane fa il mio unico sfogo era quello di indossare la maglia più bella del mondo per me e per mio padre. Sto rinunciando al sogno di un bambino. Tutto quello che ho ottenuto non me lo ha regalato nessuno, neanche mio padre. Io avrei diritto di giocare, ma la vicenda più che giudiziaria è mediatica. Oggi non porto ipotesi, ma prove, che presenterà il mio Avvocato”.
A seguire il padre del giocatore: “I processi si dovrebbero fare nelle aule. A livello penale, nel primo grado, siamo stati sconfitti, usando un linguaggio calcistico. La Costituzione però ci permette di dire la nostra verità, basata su carta. Adesso l’Avvocato ve le presenterà”.
A intervenire poi è l’Avvocato Bordoni, che ha anche mostrato delle carte a sostegno della versione della difesa: “Io non potevo non raccogliere un invito a un dialogo aperto con voi, se a invitarmi erano due persone alle quali sono molto legato. Mi lega a Daniele un’amicizia antica, che mi ha portato a conoscere suo figlio fin da bambino, fino a vederlo crescere e maturare con quel sogno che gli spettava e ancora gli spetta, quello di giocare a calcio, come ha fatto suo padre. L’invito di queste due persone, non poteva rimanere un seme sul terreno arido. Non amo parlare di queste cose fuori dai Tribunali. Ma nel tempo, avendo trattato di temi che ridonadavano sul piano mediatico, ho cambiato questa mia idea. Il silenzio protratto a volte può essere grandemente malinteso e talvolta anche strumentalizzato. Fino al punto che non ci siano argomenti per contrastare tutto quello che, contrariamente alla tua dichiarazione di innocenza, ti viene condannato. Quando l’informazione arriva solo da una parte, solo da un unico punto di vista, non ci si può meravigliare se poi le notizie arrivano in via unidirezionale. Ora non andrò a replicare il processo di primo grado e non anticiperò quello che sarà fatto nel ricorso.
Le parole dell’Avvocato
Bordoni passa poi alla condanna: “Leggo ora il provvedimento che ha condannato Manolo. Io credo nel rispetto delle idee diverse a quelle in cui credi: nell’agone sportivo è il rispetto per la maglia avversaria, nell’agone giuridico è il rispetto per l’avversario e il giudice che non condivide la tua difesa. C’è però una condizione: la reciprocità. Nell’ambito di un processo io rispetto l’avversario a patto che anche l’avversario si tenga egualmente nei miei confronti. Pretendo che la mia difesa venga letta, esaminata e contraddetta. Quando non accade, il mio rispetto per il giudice rimane intatto, ma il mio silenzio che mi ero imposto vacilla. Ci si deve anche chiedere perché ci sia un aumento delle vicende simili a quelle che ha interessato Manolo. Tutte vicende che coinvolgono uomini, donne. È una cosa che interessa soprattutto i giovani. Per essere chiamati a rispondere a un fatto, bisogna capire come quel fatto viene inteso penalemente”.
L’Avvocato poi continua: “Nell’ambito di un incontro sessuale ci si deve mettere dal punto di vista di colui che dissenta in maniera pantomimica. Cosa vuol dire pantomimico? Significa partire dal presupposto che sia un no, ma che tu puoi con alcuni comportamenti trasmettermi una tua adesione pur non dicendolo. Mi sono riscoperto un fossile andando a esaminare le espressioni che sono uscite dai telefono di questi ragazzi, che hanno un approccio disinibito sia da parte maschile che femminile. I tempi sono cambiati. Nelle vicende di natura intima, è difficile avere delle testimonianze di altri che non siano coinvolti in quella vicenda”.
Bordoni denuncia come la sua difesa non sia stata presa in considerazione dal Giudice. “Piaccia o non piacca, ci si confronta con tutti. Noi abbiamo fatto questo sforzo per tempo, senza colpi di teatro e lasciando tempo alle controparti. Non c’è stato dato un elemento in replica. L’imputato è non colpevole fino al terzo grado di giudizio e deve essere rispettato. Anche il difensore va rispettato. Quello che abbiamo detto non è stato preso in considerazione, c’è frustrazione e non so come replicare. Le pagine del giudice sembrano non voler dialogare”.
L’Avvocato spiega il caso: “La ragazza ha modificato la sua versione nel tempo“
L’Avvocato analizza la serata incriminata: “Bisogna partire dal presupposto che il più delle volte possano essere delle incomprensioni a portare una serata normale in un’altra situazione. La ragazza ha assunto ex post che il consenso non ci sia stato. La stessa ragazza nelle ore immediatamente successive alla serata chattando diceva di non aver mai espresso un consenso, di non essersi mai opposta e di non aver saputo gestire la situazione. Io ho sempre pensato che si dovesse partire da quel punto per approfondire e capire cosa fosse accaduto nella mente di questa ragazza fino al cambio e al dire ‘io ho manifestato dissenso’. Nella sentenza leggiamo che il dissenso è stato manifesto e protratto sempre, ma non è così. Non lo dico io, lo dice lei in quei messaggi. Questo era l’aspetto su cui noi ci eravamo impegnati per mesi, ma non è stato preso in considerazione. Io non amo difendere chi fa del male al prossimo e chi mi prende in giro. Rimane la parola modificata nel tempo di questa ragazza. Alcuni modi di porsi di questa ragazza dovevano essere oggetto di una valutazione”.
Rispondendo a una domanda, l’Avvocato ha aggiunto: “Il tema del Pronto Soccorso è spesso il primo che salta all’occhio. Ho subito esaminato quella certificazione, che non aveva alcuni elementi unifici. Non c’è nessun marcatore che dica che c’era un protagonista non consenziente. Le osservazioni che fecero i miei consulenti le fecero molto prima che emergessero altri elementi oggettivi che riportavano proprio al concetto di ambivalenza”.
“La relazione alla psicologa era la stessa di un altro caso negli Stati Uniti“
E ancora: “Io avevo già terminato la stesura della mia difesa. Ma nel rileggere le dichiarazioni rese dalla giovane alla propria consulente e psicologa, avevo notato alcune espressioni che non mi sembravano appartenere al lessico di quella ragazza, che avevo imparato a conoscere. Ho messo all’opera i miei giovani collaboratori e mi hanno portato un comparativo. Da una parte c’è la dichiarazione della ragazza, dall’altra un articolo pubblicato nel 2016 da una giovane che nel 2015 aveva subito violenza sessuale negli Stati Uniti. Se ci si fosse limitati a ispirarsi, però se vado a copiare parola per parola… Ho ritrovato anche gli stessi insulti fatti all’avvocato americano con solo il mio cognome cambiato. Ma questo dato non è stato preso in considerazione, la questione quindi rimane”.
L’avvocato si è poi espresso sui video: “È un tema molto delicato. Io da quel video ricavo due elementi. Il primo, un quadro abbastanza desolante di quello che è il modo di tenersi tra ragazzi e ragazza. Il secondo è che se quel segmento video lo pubblicassimo e andassimo a chiedere a tutti voi e tutto lo stadio Ferraris, sono sicuro che ci sarebbe un’unica risposta: ‘Dei ragazzi che si divertono’. Poi si può parlare del divertimento, ma è un discorso diverso. Non c’è niente, nulla, assolutamente nulla che porti in un’altra direzione. Infatti anche il video non è stato preso in considerazione“.
Caso Portanova: la difesa dell’Avvocato
Torna a parlare il padre di Portanova: “Questa conferenza è solo perché mio figlio soffre di questa situazione non giocando. L’unica cosa che interessa a mio figlio è questa. Io voglio ringraziare il club, che vuole la Serie A e questa situazione mediatica può creare disturbo. Il club è vicino a Manolo, lo aspetta, lo ha sempre rispettato. Manolo si allena con la squadra. Mi metto però nei panni del club, mediaticamente è successo il finimondo. Manolo a livello costituzionale è innocente fino al terzo grado. Deve lavorare fino al terzo grado di giudizio ma capisco anche alcune situazioni. Il Genoa ha un obiettivo e questa situazione può distruggere una situazione bella che sta vivendo. Mio figlio è stato condannato già a livello mediatico. Se mio figlio avesse fatto una cosa del genere, non avevo bisogno della giustizia, me la sarei fatta da solo”.
L’avvocato Bordoni poi torna a parlare: “La polizia aveva detto di non cancellare alcuni messaggi, ma sono stati cancellati. C’è anche la ricerca su internet ‘come cancellare i messaggi senza farlo vedere’ e poi sono stati cancellati. Non è che voglio vedere il male. La querela in questi casi non è ritirabile. Certi nomi su certi reati non dovrebbero uscire nè le presunte vittime nè i presunti colpevoli, il nome non doveva uscire di nessuno. Se Manolo avesse fatto il commesso non se lo sarebbe fumato nessuno. Però gioca nel Genoa ed è un personaggio visibile. Si porterà questo peso per molto tempo, ma è assolutamente innocente e continuerò a dirlo fino alla fine. Non abbiamo paura degli argomenti di questa conferenza, ma abbiamo paura che possa essere rovinato il futuro di questi ragazzi“.
Per concludere, riprende la parola Daniele Portanova. “Sul giornale escono argomenti che vanno solo in una direzione facendo passare mio figlio come uno stupratore. Oggi abbiamo fatto vedere un altro tipo di verità. Il nostro silenzio è stato d’educazione. Stiamo perdendo al 25esimo del primo tempo ma dobbiamo arrivare al 90esimo. Credo nella giustizia anche se hanno condannato mio figlio. Abbiamo altri due gradi di giudizio per dimostrare la sua innocenza“.