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Klopp: “Abbiamo fatto un percorso straordinario, ma per ora zero trofei: vogliamo la Champions”

Meno quattro alla grande sfida, quella che a Roma, sponda giallorossa, mancava da troppo tempo. Martedì prossimo De Rossi e compagni saranno ad Anfield, ospiti del Liverpool in occasione della gara d’andata della semifinale di Champions League. Partita equilibrata, si crede, tra due “sorprese” del torneo, capaci di battere City e Barcellona nei quarti. Non se lo aspettavano, e invece sono lì. E una volta che arrivi a un certo punto, sognare, anzi, lottare per realizzare un sogno, non costa nulla. “Vogliamo la finale, e la vogliamo vincere – ha tuonato Klopp, allenatore dei Reds, questa mattina in conferenza stampa, alla vigilia del match contro il West Bromwich -. Se ci arriveremo, lo faremo sempre con lo stesso calcio, quello che ci ha portato a ottenere questi risultati. Ora dobbiamo pensare al campionato, domani giocherà la formazione migliore perché non possiamo permetterci di mettere a rischio la qualificazione alla prossima Champions. Successivamente, penseremo alla Roma: in questa fase della stagione ho bisogno di ogni singolo elemento della rosa, sono tutti importantissimi”. Sarà fondamentale, però, non perdere la concentrazione: Essere arrivati a questo punto è straordinario, ma non abbiamo vinto nulla. Dobbiamo puntare a giocare quanto più spesso possibile partite di questo spessore, e per farlo serve essere noi stessi, quelli che si son visti finora. Non possiamo permetterci di pensare che abbiamo già raggiunto un grande traguardo, perché ne possiamo ottenere di ancora più grandi. E il nostro obiettivo è questo”. La Roma è avvisata, il Liverpool è affamato.

Poi sull’addio di Wenger all’Arsenal dopo 22 anni: Sono sorpreso, ma è stata una sua decisione e dobbiamo rispettarla. Lui è ed è stato un allenatore molto influente e ha fatto una grandissima carriera. Ha una personalità notevole, e come molti giocatori in questo business ha maturato la decisione da un giorno all’altro senza preavviso. E’ stato lì per tanti anni, 22… è veramente tanto tempo. Forse negli ultimi messi non tutti erano contenti del suo operato e dei risultati che stava ottenendo, ma credo che sia stato l’allenatore più dominante in Inghilterrdalla metà degli anni 90 ai primi anni del 2000 quando ha vinto molti trofei importanti. Quello che posso dire è che per uno come me che arriva dalla Germania e fa questo lavoro lui è stato comunque un grandissimo modello, un’ispirazione, quindi credo che sarà molto diverso senza di lui. Da parte mia non posso far altro che augurargli il meglio“.