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Kjaer e il malore di Eriksen: “Non sono un eroe, è stato puro istinto”

Il difensore torna su Danimarca-Finlandia: “Ho avuto la prontezza di restare lucido”. Poi sul Milan: “Voglio restare a lungo e vincere lo Scudetto”

“Non sono un eroe”. Esordisce così Simon Kjaer in una lunga intervista al Corriere della Sera, ricordando il terribile malore di Christian Eriksen durante Danimarca-Finlandia ad Euro2020. “Quel che ho fatto è stato puro istinto, l’ho fatto senza riflettere. L’istinto mi guidava ed ho fatto tutto automaticamente avendo la prontezza di restare lucido. L’unica cosa che conta è che Christian ora stia bene”, ricorda il giocatore del Milan a proposito del gesto che ha salvato la vita al suo connazionale. 

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Dopo l’episodio la popolarità di Kjaer è cresciuta a dismisura, tanto che i tifosi rossoneri lo hanno spesso invocato come prossimo capitano. Il danese spegne queste voci: “Un capitano ce l’abbiamo già e si chiama Romagnoli. Non mi interessa la fascia, mi impegno al massimo sempre e comunque”. 

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Per il Milan la stagione comincia lunedì sera al Marassi di Genova contro la Sampdoria: “Vogliamo dare continuità al lavoro fatto l’anno scorso, stiamo lavorando molto. Abbiamo perso grandi giocatori, ma con Giroud davanti ci siamo rinforzati: è un attaccante molto importante. Scudetto? Una squadra con la nostra storia deve sempre puntare al massimo, solo così si cresce anche se davanti a tutti vedo Inter e Juve. Vincere sarebbe un sogno”.

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Il mercato dei rossoneri è stato importante e Kjaer ne è soddisfatto: “Tomori è migliorato tantissimo, soprattutto come personalità. Maignan mi ha fatto impressione, vedrete che è un grande portiere. Il contratto in scadenza?  Per me non è un problema. Io qui sto benissimo e vorrei restare a lungo. Il Milan era un sogno e l’ho realizzato”.

L’INTERVISTA INTEGRALE NELL’EDIZIONE ODIERNA DEL CORRIERE DELLA SERA