“Se andiamo al Camp Nou mi raso a zero”: la storia del pupillo di Aguero alla Kings League
La nostra intervista a Carlos Torrentbó, attaccante del Kunisports alla Kings League: il surf, Aguero e le ambizioni di Piqué
Il giorno prima sei un giocatore della seconda serie catalana, il giorno dopo Aguero ti sceglie come pupillo per la sua squadra. La vita di Carlos Torrentbó è cambiata con una chiamata. Non al telefono, ma al draft della Kings League. “Pensa che io mi immaginavo di essere preso all’ultimo giro”. Invece il Kun, questa volta nelle vesti di presidente, lo prende alla prima chiamata per la sua Kunisports. “Hombre, non me lo aspettavo per niente”, con l’emozione aumenta l’accento catalano. “Sono stato felicissimo, un notición di una meraviglia clamorosa. Avere un presidente giocatore e della sua rilevanza è fantastico”, ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
Presidente e tifoso: il Kun Aguero
Il Kun che si è buttato a capofitto nella Kings League. Ma non prima di emozionarsi per la Coppa del Mondo della sua Argentina. “Sta ancora festeggiando (ride, ndr). In tanti volevamo che Messi vincesse per quello che ha rappresentato, ma lui più di tutti. L’ha celebrato nel migliore dei modi”.
Ma non solo Aguero: grazie al Jugador Doce (il dodicesimo giocatore, un professionista o ritirato che la squadra può aggiungere alla rosa ma deve cambiare ogni giornata, ndr), Carlos ha giocato con altri grandi come Javier Saviola e l’ex Espanyol e Real Betis Javi Chica. Una parola per descriverli? “Aguero determinante, Saviola intelligente e Chica travolgente. In campo mi trovo bene con tutti, specialmente con Corominas (el Jugador 11, l’unico professionista stabile della squadra ex Espanyol anche lui, ndr)”.
Il surf e il consiglio di mamma
31 anni, tanti centimetri e dominatore delle serie minori spagnole. “Quest’anno ero con il Valldoreix. Era il secondo anno che giocavo lì insieme a mio fratello“. Torrentbó è arrivato a giocare fino alla Tercera División. Ma senza la Kings League avrebbe avuto un altro focus per quest’anno. “Amo il surf. Infatti se non ci fosse stato il torneo, quest’anno avrei continuato con più assiduità”. Tutta “colpa” di mamma. “L’annuncio della Kings League l’ha visto lei per prima. Poi anche un compagno della mia squadra si era iscritto e l’ho seguito. Ero a cena insieme a lui quando me l’ha detto e mi sono iscritto subito”.
Torrentbó e il sogno Camp Nou
Scelta saggia. D’altronde la mamma ha sempre ragione. E pensare che neanche sapeva che le final four della Kings League si sarebbero giocate al Camp Nou. Non una location a caso per un tifoso sfegatato del Barcellona come Carlos. “Sarebbe un sogno giocare dove prima di te hanno giocato i tuoi idoli come Romario e Ronaldinho. Mi raso a zero se andiamo al Camp Nou, anche se già ne ho pochi di capelli (ride, ndr).
Le opportunità uniche della Kings League. “Credo che Piqué ci creda veramente quando dice che vuole competere con i grandi campionati. Vuole innanzitutto esportarlo nell’America del Sud. Poi ha detto che diversi Paesi in Europa vogliono creare una propria Kings League e creare una sorta di Champions League. Il principio è sempre quello, farlo e farlo in grande“. Il mantra degli ultimi mesi da favola di Carlos Torrentbó. Se permettete, noi dopo questa storia un po’ ci speriamo nel vederlo pelato.