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“Pronto? Sono Keita Balde…”. Nella “testa” dei calciatori, crea Wandy: “Amico e hair stylist, da Morrison a Milinkovic”

Chiamata improvvisa: “Ciao, sono Keita Balde…”. Risposta classica: “Si vabbè, e io sono Tom Cruise…”. Pure Clint Eastwood, Brad Pitt, anche Donald Trump. Più attuale, no? Nessuno scherzo però. “Era lui sul serio”. Tutto vero: “Voleva che gli tagliassi i capelli…”. Un inizio. Un’amicizia vera coltivata negli anni e mantenuta scherzando, tra (s)forbiciate e reaggeton. “Entra, si siede, mette la musica e inizia a ballare sulla sedia”. Un Keita inedito, privato: “Parliamo di un ragazzo sincero, umile, molto alla mano”. Wandy lo conosce da tre anni, oggi ce lo racconta in esclusiva: “Siamo molto amici ora – svela a GianlucaDiMarzio.com – ci sentiamo quasi tutti i giorni”. Parrucchiere di fiducia lui: “Ricordo ancora la prima volta che glieli tagliai, me lo presentò Cavanda in discoteca…”.

Curiosità non da poco: “Keita arrivò dal nulla, alle spalle. Sai com’è, in sala non vedi chi c’è. Comunque lui sbucò all’improvviso, cercava un ragazzo con scritto Made in Capo Verde sul braccio, ero io. Appena mi vide mi girò il braccio per vedere il tatuaggio, io reagii male perché non lo riconobbi”. Stizzito, Wandy. “Ma poi l’ho visto ed ho capito, è nato tutto così”. Ora un’amicizia vera. Capoverdiano il primo, senegalese il secondo. “Ha pure segnato contro la nostra Nazionale, gol e assist…”. Sfottò: “Gli è dispiaciuto, ci ha detto. Ma poi ci ha asfaltato!”. Tra i due scatta subito un bel feeling: “Due settimane fa è stato qui”. Ci fa vedere un video, è un altro Keita: “Canta e balla”. Musica a tutto volume: “Ascolta Drake e altri cantanti simili, è simile a Pogba”. Eccentrico, ma genuino: “Se non fosse per la macchina non diresti che hai di fronte un calciatore”. Una Classe A rossa fiammante come gli scarpini: “E alla play ha sempre la boccia…”. Wandy svela perché: “Gliel’ho fatta io! E’ stato il primo taglio, sai com’è nato?”. Chiediamo: “Andava in un altro salone prima, gli sbagliarono il tiraggio. Venne da me con un buco nei capelli, erano troppo tirati. Gli dissi che avrebbe dovuto tagliarseli a zero, lui disse di sì e finì sulla playstation. Da quel giorno è sempre così”. Ride e ricorda, Wandy Sousa. Un ragazzo i cui occhi dicono tutto, un sognatore: “Ho 28 anni, faccio questo mestiere da un po’ e l’ho imparato da solo. Con la pratica. Mi piacerebbe curare l’aspetto dei vari giocatori, magari anche alla Lazio. Entrare nello spogliatoio prima di una partita, sistemargli l’acconciatura. Una cosa così dai, è un’idea”. Da Capoverde con ambizione: “Ho tutte le loro maglie, le conservo a casa. Vorrei metterle in un quadro, Cavanda in primis perché da lui è partito tutto..”.

Obiettivi chiari e piedi per terra, prima il lavoro e poi si vede. Intanto taglia e crea vicino Piazza Vittorio, in un salone accogliente come i suoi modi di fare. “Da Rhadi, ci chiamiamo così”. Clientela di tutto rispetto grazie a Luis Cavanda, ex terzino della Lazio oggi al Galatasaray: “Il primo è stato lui, gli sistemavo le treccine. Poi mi ha presentato Keita, il quale mi ha fatto conoscere Morrison, infine Milinkovic-Savic, Braafheid e Kishna”. Belle parole per tutti, poi. Partiamo dall’inglese: “E’ un personaggio. Un bravo ragazzo, ha un talento assoluto, ma nonostante abiti in Italia da 2 anni parla ancora in inglese”. Aneddoti? “Ne avrei tanti, ma preferisco tenerli per me”. Sorride e ridacchia, chissà che ci nasconde. “Niente di grave, anzi”. Morrison’s adventures: “Ti posso dire che è fissato con la playstation”. Poi? Dai, dai. Almeno qualcosina: “Una volta mi scrisse se potevo andare da lui, gli risposi “va bene, a che ora?”. E non si fece più sentire. E’ fatto così”. Ridiamo insieme, unico Ravel.

Playstation addicted come tutti: “Ogni tanto andiamo a casa di uno di loro e giochiamo”. Questo perché Wandy fa il parrucchiere anche a domicilio: “Esatto sì, tra l’Olgiata e Formello”. I calciatori sono lì, pure Keita: “A Roma si trova bene, gli piace molto. Come l’Italia del resto. Suo fratello più piccolo gioca alla Sampdoria (Ibou Balde ndr), l’altro vive con lui. Ho conosciuto anche la madre. E’ contento, sereno. Poi è serio, prima di una partita non esce mai. Se gli chiedo di venire in discoteca e il giorno dopo ha gli allenamenti, lui non viene. E’ un tipo preciso, contrariamente a ciò che si dice. Anzi, se andasse via mi dispiacerebbe”. Figurati ai tifosi laziali. Questioni di mercato che approfondiamo poco: “Non ne parliamo mai”. Torniamo agli altri, su Kishna che ci dici? “Pensa molto alla famiglia, molto timido. Ultimamente è diventato anche papà. Persona semplice, alla mano”. Occhi su Milinkovic: “Come Kishna, tratta tutti allo stesso modo, con rispetto. E’ molto generoso”. Ci mostra un paio di foto in cui ridono insieme. “E spontaneo, sincero. Come Braafheid, un tipo tranquillo”. Altri? “Ho conosciuto Patric, per me è il più serio del gruppo”. Piccola parentesi sui capelli di Jordan Lukaku infine, arrivato quest’anno e fratello di Romelu: “Non li taglia da 10 anni! Guai a toccarglieli, giusto i contorni”. Tranquilli, ci pensa Wandy. Hair stylist dei calciatori con un sogno tutto suo. Che oggi sì, se la ride. Ripensando a quella chiamata all’improvviso. “Pronto?”. Ora pochi dubbi, solo clienti. E amici.