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Barcellona, cosa disse Luis Enrique prima della finale di Berlino

Oggi il Barcellona è tormentato dai casi di coronavirus. Cinque anni fa, però, festeggiava la sua quinta e ultima Champions League. Lo faceva a Berlino, dove nel 2006 Buffon diventava campione del mondo con l'Italia per poi vivere una grande delusione quasi 10 anni dopo. Dall'altra parte, infatti, c'era la prima Juventus di Allegri, che sognò il triplete fino alla fine. 3-1 il risultato finale, con i bianconeri a giocarsela fino al gol di Neymar al 97'. 


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"Di solito prima di una partita faccio discorsi soprattutto tattici, ma quel giorno cercai qualcosa di motivante", ricorda Luis Enrique ai canali ufficiali del Barcellona. In quella stagione la squadra blaugrana segnò 110 gol solo in Liga, merito del tridente delle meraviglie Neymar, Suarez, Messi: "Ho chiesto ai ragazzi  quale fosse la cosa peggiore che pensassero potesse succedere in quella finale – ha continuato l'allenatore del triplete – tutti mi dicevano che avevano paura di perdere identità o stile di gioco”.


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E' lì che lo spagnolo decide di prendere la parola: "Ho detto ai miei che la cosa peggiore della finale era viverla da giocatore della Juventus. Ho detto loro di immaginare quanto fosse difficile giocare contro di noi. E quanto fosse facile essere il Barcellona. Come si affrontano Suarez, Neymar, Messi, Iniesta, Busquets? E Piquè e Mascherano? Dani Alves? Un casino. In questo modo siamo scesi in campo molto sereni e poi la loro qualità ha fatto la differenza”.

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