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Juventus, Marotta: “Alves è un top, per lui e Mascherano vedremo. Definiremo l’affare Berardi, su Morata…”

Buongiorno Amalfi, altra giornata di grandi appuntamenti. C’è Beppe Marotta ad accogliere la stampa sulla splendida terrazza dell’hotel “Il Saraceno”, ultimo di una lunga serie di premiati di questa quarta, magnifica edizione di Football Leader. I segreti di un double, il secondo di fila da sviscerare insieme a quelli di un mercato che si preannuncia davvero scoppiettante, l’amministratore delegato della Juventus si racconta ai nostri microfoni: “Sono molto orgoglioso di ricevere questo premio, ho trovato tanti amici che sono nel calcio da tanto tempo, in un ambiente sicuramente ricco di valori. Per me il calcio è sempre stato una palestra di vita, sono grato a tutti. Mi sembra doveroso condividere questo premio con i miei collaboratori, la chiave di lettura per questo momento vincente è la forza della nostra società, molto capace, con competenze e deleghe attribuite in piena autonomia.

Prendo le mie responsabilità, ma ho anche rispetto di quelli che lavorano con me. Abbiamo una squadra fuori dal campo molto unita. Non dimentichiamo che a fine ottobre eravamo 14esimi in classifica, poi abbiamo inanellato 25 vittorie in 26 partite, un risultato straordinario. Il calcio è fatto di opportunità, di campioni che magari in cerca di rivincita, come Pirlo, possono fare ancora meglio. Alla Juventus ha ritrovato la carica che forse al Milan aveva perso. Allegri? Ci sono luoghi comuni che dicono che il calcio brucia tutto con una facilità estrema, soprattutto gli allenatori. E’ uno sport fatto di cicli, quello di Conte era terminato, è un fatto fisiologico. La figura dell’allenatore è importante, ma richiede forti energie. Antonio ha ritenuto che il ciclo con noi fosse finito, noi in quel momento ci siamo trovati un po’ in difficoltà, ma abbiamo fatto questa scelta consapevoli delle doti di Allegri, capace di entrare in un ambiente senza sconvolgerlo. E’ entrato in un gruppo consolidato in punta di piedi.

C’è da riscontrare che da quest’anno entra in vigore il regolamento delle rose ristrette e ci crea delle problematiche. Qualitativamente cercheremo di tenere i più forti, l’obiettivo è quello di creare un mix fra giovani e meno giovani e di rafforzare il made in Italy, ma purtroppo giocatori pronti non ce ne sono. Il calcio italiano è in continua involuzione. Mercato? La Liga rappresenta al meglio il calcio europeo, un calcio che sembra povero, ma in realtà ha tante squadre comunque competenti. Ci sono campioni che da noi possono fare ancora la differenza”

L’amministratore delegato bianconero si è poi concentrato sul mercato: “Gruppo difficilmente migliorabile, vogliamo essere sempre più competitivi. Dani Alves? Non è di nostra proprietà, ma si tratta di un giocatore importante. Vedremo quello che si potrà fare, ricordando che la Juve è già una squadra in grado di competere su tutti i fronti. Mascherano? Situazioni mediatiche, comunque non vogliamo vendere nessun elemento del reparto difensivo se non Caceres svincolato.

Mascherano e Alves? In questo momento fatto nulla, non confermo e non smentisco. A breve ufficialità del rinnovo di Evra, giocatore sempre importante anche per lo spogliatoio. Pjanic e Gomes? Stesso discorso di Mascherano e Alves. Pellé? Reparto offensivo garantisce per il futuro, l’unica incognita è Morata. Solo in quel caso valuteremo altri investimenti. Berardi? E’ un grande talento, con il Sassuolo c’è un impegno verbale, abbiamo un diritto di prelazione morale e credo che andremo a definire questa operazione. Morata? Talento che sta diventando un campione, ha vissuto una crescita importante, da parte nostra ci sarà ogni tentativo per farlo rimanere a Torino. Diritto di recompera spada di Damocle, ci incontreremo con il Real Madrid dopo la Champions”.