Juventus, Kean: “Diventare padre mi ha cambiato. Al Psg mi sono trovato bene”
Le parole di Moise Kean sulla sua vita, sul PSG, la Juve e non solo
Nella Juventus di Massimiliano Allegri ci sono diversi giocatori giovani ma anche alcuni che hanno già tanta esperienza con i bianconeri. Tra questi Moise Kean, tornato a Torino dopo l’esordio a 16 anni. L’attaccante italiano si è raccontato in un’intervista a DAZN e ha parlato di tutto: da sé stesso, alla squadra, l’Everton, il Psg e non solo.
Juventus, le parole di Kean
Sulla sua infanzia e su chi è Kean ha detto: “Sono un ragazzo normale di 23 anni che gioca a calcio, canta, gli piace stare con gli amici. Ho iniziato a avere tante responsibilità già dall’inizio. Mi sono spostato in convitto già da subito: ho lasciato Asti e mi sono spostato a Torino. Non è stato facile, perché lì mi divertivo e andavo a giocare. Scuola? Poca, ci andavo perché mamma mi obbligava. Non sono stato facile da gestire come figlio. Mi sento molto fortunato, tanti che conoscevo ora sono in carcere”.
Poi una parentesi sulla nuova vita da padre: “Mi sono cambiate tante cose da quando sono padre. Ti cambia tutto, ci pensi più di due volte prima di fare qualcosa. Non lo sapeva nessuno in squadra, sono molto riservato”.
Sull’altra passione che è la musica: “Mi piace fare musica, mi calma. Weston è spesso a casa mia, nei giorni liberi anche Rafa Leao. Ho iniziato a rappare quando avevo già 12 anni. Nel mondo del calcio si deve anche capire che una persona può avere tanti talenti. Artista preferito? Kodak”.
Sulla musica e sulle esperienze all’estero: “Quando ero all’Everton era il periodo del covid e lì ho scritto tanto. A Parigi anche andavo in uno studio e erano scioccati che uno giocava a calcio e rappava. In Francia mi sono sentito a casa anche lì. I miei parenti abitano lì. Il primo giorno in spogliatoio c’erano Mbappé e Neymar ma mi hanno aiutato tantissimo. Di Maria anche. Mi spiegavano come giocavano e avevamo un buon rapporto. Mi facevano sentire grande”.
La riunione dove sono arrivato in ritardo? Ero con Zaniolo, erano le 10:58 e siamo arrivati alle 11:05. Di Biagio si è indispettito e io chiedevo scusa, Nicolò anche ma rideva, lui è fatto così”.
Sul rapporto con Allegri e il suo primo allenatore: “Allegri? Con lui ho un ottimo rapporto, c’è stato nei momenti duri, è stato sempre un papà sportivo. Delle volte litighiamo ancora ma penso sia normale. Ciccio Grabbi è stato il mio primo allenatore. Mio zio non c’è, l’altro è in carcere, quindi visto che ci tenevo tanto l’ho chiamato e gli ho chiesto se avesse potuto farmi da padrino. Lui ha iniziato a piangere”.
Poi sulla vecchia e la nuova Juve ha detto: “Bonucci mi richiamava tanto, lui conta tanto sull’atteggiamento. Quando lo vede te lo dice subito. Fagioli l’ho visto una volta in una partita e ho detto: lui è veramente bravo e avrà il tempo di dimostrarlo, anche se già l’ha fatto. Nicolussi? Mi conosce più di tutti. Lui è una persona veramente speciale. Ascolta la musica peggiore di tutti e ascolta anche quella molto vecchia come Mozart”.