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Dalle critiche ai gol: la rinascita di Vlahovic

Era partito male, sulla scia dell’andamento della squadra. Adesso trascina la Viola alla vittoria. Dusan Vlahovic prende il comando dell’attacco e rilancia stagione e carriera. E la Fiorentina di Prandelli può respirare.

È stato un inizio stagione molto difficile per la squadra viola. Al secondo anno dell’era Commisso ci si aspettava un salto di qualità che ancora non è arrivato. A Natale a Firenze si torna a respirare senza affanni, grazie ai tre punti ottenuti a Torino contro la Juventus, che allontanano la squadra dalle acque agitate della classifica. Merito di un gruppo che piano piano ritrova buone sensazioni, e un attacco finalmente prolifico. L’andamento di Dusan Vlahovic è l’immagine perfetta della situazione viola: partenza deludente, ingranaggio da incubo. Adesso però qualcosa sta cambiando. I primi frutti del cambio di allenatore si vedono. E Vlahovic ne approfitta per rilanciarsi.


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UN INIZIO DIFFICILE 

Il serbo si era preso sulle spalle il peso di un attacco che non stava funzionando. “Giochiamo senza attaccante, come facciamo a segnare?”, i commenti che si sentivano nei dintorni del Franchi fino a qualche settimana fa: il bilancio diceva un solo gol in 11 partite. Ma c’era chi invece vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno, e non perdeva la fiducia. Prandelli il primo: “Quanti attaccanti di vent’anni fanno la differenza in area di rigore, in Serie A?”, lo difendeva. E nonostante l’età, il serbo ha saputo aver pazienza. Ha respinto le critiche e ha atteso il suo momento. Due rigori per sbloccarsi. Ora un grande gol allo Juventus Stadium: con Ribéry alle spalle è più facile, sì. Ma poi tocca a lui: scavetto e Szczesny battuto. Così ha inizio la magica serata dipinta di viola.


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LA RINASCITA CON PRANDELLI

Le squadre di Cesare Prandelli hanno sempre avuto bisogno di un attaccante di peso che oltre ai gol facesse anche reparto da solo: il Parma con Gilardino, l’Italia con Balotelli, il Galatasaray con Drogba, la Fiorentina con Toni, (di nuovo) Gilardino … e ora con Vlahovic. Quando l’allenatore di Orzinuovi ha avuto modo di creare una squadra si è sempre basato su un 9 di peso. Nel suo secondo mandato a Firenze si è trovato l’attaccante serbo, sulla carta ideale per il suo gioco. E forse lo stesso Vlahovic non aspettava che un Prandelli per ritrovarsi. Il nuovo allenatore lo ha (ri)lanciato, dandogli fiducia e confermandolo nonostante il momento no delle prime settimane. Adesso Vlahovic segna, fa reparto e lavoro sporco. Quello che gli chiede Prandelli, quello che si chiede a un attaccante, oltre ai gol. “Da quando sono arrivato qui ho scommesso su di lui, e continuerò a farlo. Si allena sempre con grande determinazione. Ha solo vent’anni. Può solo migliorare e fare tanti gol. Di speciale ha un entusiasmo importante di crearsi un grande futuro. Ha una base straordinaria: quando hai giocatori così è più facile”, il commento dell’allenatore viola a fine partita.


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Tre gol nelle ultime tre partite e Fiorentina che ritrova la vittoria a Torino dopo 12 anni. Allora fu un altro bomber a decidere la gara, Pablo Osvaldo, con Prandelli ancora in panchina. Questo è stato il turno di Vlahovic. La sua ora sembra finalmente arrivata. Le basi ci sono, e l’entusiasmo del ragazzo prenderà un nuovo slancio in questo suo momento positivo. Adesso pausa natalizia e poi di nuovo in campo per continuare a crescere e migliorare ancora. La Fiorentina intanto respira e torna a godersi il suo gioiello ritrovato in attacco. Un vero patrimonio.