Juventus, l’Asl di Torino: “In caso di focolaio, dovremo intervenire”
Un nuovo "caso Napoli"? Sono in tanti a pensarci, e questa volta a fermarsi rischierebbe di essere proprio la Juventus, rimasta ancora molto scottata dal cambio di rotta del Collegio di Garanzia del Coni in merito alla partita che aveva vinto a tavolino contro la squadra di Gattuso. La notizia della positività di Cuadrado, che fa seguito a quella di Alex Sandro della giornata di ieri, ha messo in allarme l'ambiente. Cosa succederebbe se ci fosse un nuovo focolaio?
"Al momento non ci sono elementi per dire che ne esista uno all'interno della squadra" garantisce a Gianlucadimarzio.com Roberto Testi, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Asl Città di Torino. "Siamo stati avvisati dalla Juventus ieri, lunedì 4 gennaio, e oggi, martedì 5, della positività di due elementi. Sappiamo, al momento, come è avvenuto il contagio dei due giocatori e che il resto del gruppo è negativo, per questo al momento è tutto tranquillo".
Il problema, però, potrebbe presentarsi nelle prossime ore. Soprattutto per una questione di tracciabilità: capire i contatti degli altri giocatori, ora nella "bolla", e gli eventuali contagi. "Se nelle prossime ore dovessero verificarsi nuovi casi o ci fosse l'evidenza di un focolaio non controllato, allora si andrebbe a creare un problema di sicurezza per gli altri giocatori, per lo staff e per tutto il personale medico". Con il rischio che a contagiarsi sia anche il Milan.
La questione risiede proprio nel controllo del focolaio: tecnicamente, ci devono essere oltre 10 giocatori positivi per bloccare una partita, ma se, come si scriveva sopra, si verificasse una difficoltà nella tracciabilità dei contatti, allora lo scenario prenderebbe una piega diversa. La soluzione? "La ASL allora interverrebbe, isolando la squadra e bloccando la partenza per Milano". Al momento, ribadisce Testi, la situazione è tranquilla. Ma resta alto il livello di allerta per le prossime ore.