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Due Juventus in finale di Coppa Italia nella stessa stagione: era già accaduto?

Il pareggio per 0-0 ottenuto ieri sera contro il Milan in un Allianz Stadium deserto, ha consegnato alla Juventus la diciannovesima finale di Coppa Italia della sua storia. I bianconeri affronteranno mercoledì 17 giugno la vincente della seconda semifinale tra Napoli e Inter, andando a caccia del quattordicesimo trofeo. Eppure, la squadra di Sarri non è la "prima" Juventus che in questa stagione ha raggiunto la finale di Coppa Italia, né l'unica che ne disputerà una: è stata preceduta infatti dalla Juventus Under 23 guidata da Pecchia, che prima che il calcio si fermasse aveva eliminato in semifinale la FeralpiSalò guadagnandosi la sua prima finale di Coppa Italia di Serie C. Così, dieci giorni dopo la finale di Roma, il 27 giugno a Cesena i giovani bianconeri se la vedranno con la Ternana.


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A CHE PUNTO È LA JUVENTUS U23?

La finale di Coppa Italia di Serie C 2019/2020 è il primo risultato degno di nota dell'Under 23 bianconera, nata soltanto poco prima dell'inizio della stagione 2018/19. Nella scorsa annata, l'impatto con la Serie C per molti giovani non fu facile, ma alla fine la squadra allenata da Zironelli riuscì a salvarsi senza particolari patemi, adattando il suo modo di giocare alla categoria. Nel corso di quella stagione, inoltre, alcuni elementi di quel gruppo – complici anche gli infortuni in prima squadra e alcune situazioni contingenti – furono convocati ed esordirono con Allegri: Nicolussi Caviglia, Mavididi, Matheus Pereira, Kastanos. Quest'anno la guida tecnica è stata affidata a Fabio Pecchia: prima dello stop la Juve navigava a metà classifica: del resto, la squadra B può parzialmente derogare al "vincere è l'unica cosa che conta" di bonipertiana memoria, visto che l'obiettivo principale è quello di far crescere i giovani calciatori e abituarli al professionismo. Proprio in occasione del match Milan, quattro giocatori della Juventus U23 sono stati convocati e portati in panchina da Sarri: Zanimacchia, Vrioni, Muratore e Olivieri.


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QUEL "PRECEDENTE" TRA REAL MADRID E CASTILLA

Bisogna tornare indietro di quarant'anni per trovare una situazione simile con protagoniste prima e seconda squadra: nel 1980, Real Madrid e Castilla giocarono entrambe la finale di Copa del Rey, ma con una sostanziale differenza: affrontandosi. Già, perché i ragazzini terribili allenati da Juan José Garcia Santos – Juanjio, impiegato di banca (vi ricorda qualcuno?) e allenatore per diletto, che dopo essersi ritirato a 26 anni dal calcio giocato per un grave infortunio aveva preso in mano proprio il Castilla – riuscirono incredibilmente ad arrivare in finale dopo aver eliminato squadre come Real Sociedad, Athletic Club e Sporting Gijon. Era una squadra, quella, che avrebbe consegnato ottimi calciatori al Real (Pineda e Gallego) e alla Liga (Castaneda, Perez Garcia, Cidon e Bernal): in finale si arrese proprio contro la casa blanca – nonché la casa madre – e fu sconfitta 6-1. Ma grazie alla vittoria del campionato del Real Madrid si guadagnò l'accesso in Coppa delle Coppe 1980-81, dove fu eliminata al primo turno dal West Ham. Non fu l'ultima volta che una seconda squadra raggiunse risultati importanti: in Germania, nel 1993 – ben prima che i regolamenti vietassero la presenza di squadre A e B nella stessa competizione – fu l'Hertha Berlino II a raggiungere la finale di Coppa di Germania (persa col Leverkusen), mentre la prima squadra si era fermata agli ottavi.


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