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Un coro unico, tutto lo stadio in piedi, un’esultanza rabbiosa e liberatoria: è il cuore di Higuain che esplode di gioia. È Higuain tornato lì, nel posto che non voleva mai lasciare, e con l’allenatore per lui migliore possibile. Gonzalo torna a essere Gol-Zalo, lo si capiva già in campionato: ma in Champions la rete gli mancava dal marzo 2018 (contro il Tottenham). Troppa lontananza, troppo tempo.


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Contro il Bayer la partita diventa LA partita. Quella giusta. La rete è perfetta, così come l’azione che porta al gol Bernardeschi: un tridente mescolato con Ronaldo che annulla i tedeschi e porta al 3-0 finale. Segnano tutti e tre, in momenti diversi. E vedere Cr7 sbagliarne addirittura due, prima, fa quasi più notizia.

Quasi, però. Higuain torna a casa. Ma per favore, niente metafore sul figliol prodigo: la storia è diversa. Tranne, forse, per quel padre calcistico che da subito lo ha accolto (ri-accolto, anzi) e che lo abbraccia con forza al momento della sostituzione. “Io sono tornato con una grande determinazione: voglio dimostrare di poter stare qui”, commenta a Sky a fine partita.


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Posto per lui ce ne sarà sempre. Soprattutto così. L’abbraccio di Sarri si estende a tutto lo stadio, che prima canta per lui, poi pensa all’Inter. “Sarà una grande battaglia”, conferma Higuain. Non ha il 9 sulle spalle, ma è l’attaccante giusto al momento giusto. E la sfida alla squadra di Conte è già stata lanciata.


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Non essere (più) di passaggio, ritrovare le conferme di un tempo e i gol. Higuain è il ragazzo cresciuto che torna a casa da uomo. È l’immagine della nuova Juve, che riparte da un passato quasi impossibile da rivedere. Ma che invece ritorna. Ed è felicissimo. Il risultato è ancora tutto da scoprire.

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