Juventus, Allegri: “Real? Dovrei studiare lo spagnolo e io a scuola non sono mai andato”
Le “rimonte” sono il leitmotiv della stagione 2015-2016 della Juventus. Da quelle in positivo in campionato e Champions, a quella negativa subita dall’Inter in Coppa Italia. Anche in quest’ultimo caso, alla fine, è andata bene : “E’ stata una serata positiva” – si legge nelle pagine del Corriere dello Sport – “abbiamo perso dopo tantissime partite, ma abbiamo raggiunto la finale di Coppa Italia. E’ stata la sconfitta più dolce che poteva capitarci, utile per il nostro percorso di crescita: avevo tanti ragazzi di 22 o 23 anni. Milan? Sarà una bella sfida: con i rossoneri, come con l’Inter, sono sempre gare affascinanti”. In campionato continua il duello con il Napoli: “Ha la possibilità di fare tante vittorie, dobbiamo state attenti e pensare partita per partita: vinciamo la prossima e ce ne sarà una in meno… Sarri? E’ stato molto bravo a scegliere un sistema di gioco capace di esaltare la qualità del Napoli. Ottima l’intuizione di schierare Hamsik mezz’ala. E’ molto bravo. Avrebbe giocato così anche nella mia Juve. Higuain? Ha segnato 25 gol… Con Lewandowski e Suarez, è uno dei migliori centravanti al mondo. Aggiungo Benzema, se sta bene”.
Roma e Fiorentina sono ormai distanti, ma Allegri non è del tutto d’accordo: “La Roma ha la possibilità di realizzare un filotto, le può vincere tutte da qui alla fine: la qualità dei giocatori è eccellente e Spalletti ha trasmesso un’idea di gioco diversa. Potenzialmente può arrivare a 86 punti, potrà sfruttare gli scontri diretti. Paulo Sousa? Mi aveva sorpreso già al Basilea. E’ sveglio, ha capito subito il nostro calcio. Panchina d’Oro? Voterò Pioli: alla guida della Lazio ha fatto una stagione eccezionale”. L’Inter nel giro di due mesi si è allontanata nettamente dal vertice: “Dimostra semplicemente come il calcio sia una brutta bestia: bisogna essere bravi a vivere di equilibrio senza cedere all’euforia nei momenti d’oro o alla depressione quando tutto gira male”. Sulla sfida con il Bayern: “E’ durissima, ma ci credo. Quando giochi con una delle favorite in partite d’andata e ritorno, è importante ridurre il passaggio di turno a un solo match”. Dybala? Baby Killer: “Bastava solo guardarlo negli occhi: ha il viso da bambino, ma lo sguardo assassino. Tempo due anni e può arrivare al top, appena dietro Ronaldo e Messi. Sono felice che abbia segnato con il Bayern, altrimenti chissà in quanti avrebbero detto che non ha dimensione europea”.
Mandzukic e Morata, rendimenti opposti: “A volte non capisco come si faccia a criticare uno come Mario, lui ha fatto bene ovunque sia andato. Chi ci gioca accanto, gioca bene, è bravo tecnicamente e trascina. Morata? E’ un grande giocatore. Ha pagato un po’ lo scotto delle responsabilità maggiori in un attacco fatto di altri giovani, a parte Mandzukic: l’anno scorso, pur grande acquisto, era un ragazzo del Real. Pogba? Ha fatto passi avanti, ma deve migliorare ancora: tutti gli dicono che è bello e bravo, così finisce per specchiarsi. A 23 anni è comprensibile. Buffon, invece, è in un momento che dura da vent’anni. Donnarumma può fare un grande percorso, perché a 17 anni non è facile giocare nel Milan, ma diventare erede di Buffon è un’altra cosa”. L’allenatore bianconero dice la sua anche sul caso Totti: “L’addio è un dazio che ogni grande calciatore, ogni grande artista, deve pagare. E’ un sacrificio da mettere in conto se si vuole uscire da vincitori, come hanno fatto Mina nella musica e Platini nel calcio. Smettere è dura, se sei stato un campione, ma se trovi la forza è la cosa migliore. Tutto ha un tempo, poi la scelta è soggettiva. Io ho scelto di smettere quando durante un allenamento, il campo mi sembrava un aeroporto… Guardavo la bandierina in fondo e mi sembrava di non raggiungerla mai, come se fossi sul tapis roulant”.
Per Allegri si parla di Real: “Per un mese e mezzo hanno detto che studiavo inglese, ora di punto in bianco dovrei studiare spagnolo e francese: come faccio (sorride ancora), io a scuola non ci sono mai andato… Quando sarà il momento, mi piacerebbe conoscere diverse culture come ha fatto Ancelotti. Ma adesso sto bene alla Juve. Conte al Chelsea? Farà bene di sicuro. A fine carriera mi piacerebbe diventare ct, ma penso di essere ancora giovane”. Tanti i campioni allenati in carriera dall’allenatore toscano: “Vedere Buffon in allenamento è un piacere, ha una tranquillità da vero campione. Poi Ibra, Ronaldinho, Cassano che magari non corre ma quando passa la palla è eccezionale. E ancora Tevez, Robinho… E Nesta, straordinario nonostante 13 operazioni in carriera. E Thiago Silva, che però alla fine s’è accontentato. Penso che Romagnoli possa ripercorrere le orme di Nesta, lui e Rugani saranno i difensori azzurri del futuro. Chi mi ha stupito delle altre squadre? Missiroli del Sassuolo: è cresciuto moltissimo. Poi ci sono tanti giovani, cito Bernardeschi e Sensi. A volte sento dire che non abbiamo talenti, io dico che ci sono e non bisogna buttare sempre tutto a mare”.
Allegri, nonostante il successo, è rimasto quello di sempre: “Vado anche a fare la spesa, mi piace riempire il carrello… La mia fortuna è essere rimasto attaccato a Livorno, è casa mia e ci sono i miei amici di sempre. Torno ragazzo, l’arte del cazzeggio mi riesce bene…”.