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Juventus, Allegri: “Mi considero un allenatore aziendalista. Mercato? Davanti ad una cessione non sono mai pessimista”

Archiviata una stagione comunque molto positiva nonostante la sconfitta in finale di Champions, Massimiliano Allegri si gode adesso le meritate vacanze alternando periodi di relax ed eventi importanti come la tradizionale settimana benefica del Mr. Allegri Junior Camp. L’allenatore della Juventus, però, ha trovato anche il tempo di concedere un’intervista a calcioefinanza.it in cui Allegri ha svelato i segreti per creare una squadra vincente.

“Le società di calcio sono aziende e noi facciamo parte di realtà dove il nostro compito è portare a casa risultati sportivi che a loro volta fanno accrescere il valore dei singoli calciatori. L’essere aziendalista significa lavorare in quest’ottica per l’azienda. Oggi in Italia si è creata quasi una fobia per cui un allenatore è il responsabile tecnico ma non deve essere un manager, ma da persona che collabora con la società pone le base per successi e quindi deve conoscere le strategie economiche della società e gli obiettivi. Quando sento illustrare strategie e si parla di giocatori che vanno e vengono, soprattutto a livello mediatico, capisco che si tende a semplificare, ma non è sempre così, l’importante più di tutto è essere realisti nell’analizzare e capire le situazioni e questo è il nostro compito“.

Poi sul rapporto con la società per il mercato, Allegri sottolinea: “Operativamente ci può essere un lavoro quotidiano ma comunque sempre di stretta collaborazione per confrontarsi capire le esigenze della società. A volte ci si sente anche cinque volte al giorno, ciò che considero più importante è che il confronto sia continuo sia per fare valutazioni tecniche che per capire le esigenze della squadra e della società. In passato quando mi sono state annunciate cessioni importanti, pesanti nella gestione del gruppo, sono sempre stato realista ma mai pessimista. Io credo che la nostra capacità debba essere soprattutto quello di far emergere la parte buona nella negatività. Per questo ho sempre lavorato in base ai piani della società pur mettendo di fronte la proprietà alla realtà tecnica di un gruppo che anche in base alle loro scelte può perseguire, centrare o fallire, determinati risultati”.