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Juventus, a tutto Allegri, tra retroscena e consigli: “Higuain? Acquisto pianificato già da maggio”

I consigli di Max Allegri. L’allenatore livornese è sempre andato avanti per la sua strada, con il suo pensiero e la sua filosofia di gioco, senza “scopiazzare” dagli altri, nonostante le dure critiche di alcuni colleghi. Un nome su tutti? Arrigo Sacchi. Il consiglio di Allegri al calcio italiano è proprio questo:

“Io sono passato dai tecnici prima di Sacchi a quelli del post Sacchi” – si legge nelle pagine di Tuttosport “Arrigo è stato un grande. Un innovatore nella metodologia d’allenamento portando una mentalità diversa, il pressing, una cultura differente… Lo sbaglio è che tutti poi hanno voluto scimmiottare Sacchi. E’ come adesso che si sente dire che bisogna imitare il Barcellona. No, la Juventus è la Juventus, il Barcellona è il Barcellona e il Bayern Monaco è il Bayern Monaco. Ognuno ha una sua tradizione e una sua cultura che non si può modificare. Se la Juventus in oltre cento anni di storia ha vinto così tanto è perché possiede una sua cultura del lavoro e nell’affrontare le partite. Seppur nel 2016 sia importante evolversi, noi non potremo mai diventare una squadra spagnola”.

Un monito per il calcio italiano: “Noi dobbiamo lavorare sui nostri pregi che sono la tattica e la “furbizia”, perché, senza togliere niente agli altri, noi italiani siamo più svegli. Né il calcio spagnolo né quello inglese possono essere scimmiottati. La Premier è indirizzata verso gli sport americani. E’ uno show dove ti applaudono a prescindere dal risultato, basta che si corra. In Italia al massimo potrà accadere una cosa così tra 200 anni. L’Inghilterra è un paese bellissimo, ma diverso dal nostro: si lavora e si va allo stadio. Da noi, invece, si va a sciare, si va a Roma e Firenze per turismo, a Taormina… Sono convinto che giocare il 26 dicembre in serie A non avrebbe successo come in Premier League”. >

Rapporto con Buffon e la famosa BBC : “Mi aiutano, ma hanno bisogno anche loro. Il motivo? Il mio primo anno sono stati cambiati 3 giocatori, l’unico titolare era Evra che si giocava il posto con Asamoah: la squadra di fatto non era variata, per cui io aggiunsi dei miei concetti a una macchina che funzionava. Lo scorso anno, invece, ne abbiamo cambiati 10 e sono andati via, oltre ai big, gente importante come Storari, Pepe, Llorente. Anche per i senatori non è stato semplice vedere 10 giocatori nuovi nello spogliatoio. E la loro domanda era: saremo in grado o no di ripeterci? I senatori sono campioni, ma come tutti gli esseri umani hanno pure loro paure e dubbi. Quest’anno la paura è l’opposta e io mi incavolo ogni tanto: le nostre certezze non devono essere scalfite da niente, ma dobbiamo sapere che non è facile nulla e che giocare al 50 per cento non basta per riconquistare lo scudetto. A noi questo periodo deve servire per costruire la primavera”.

Higuain, il colpo da 90 milioni: “Un retroscena? A fine campionato ci siamo confrontati con la società e ci siamo detti: ‘Il giocatore da prendere quest’anno per rinforzare la squadra è Higuain. Gonzalo è uno che garantisce gol, è un attaccante di spessore. La società è stata brava: alla Juve sono abilissimi a programmare in anticipo. Gonzalo dimostra sempre grande disponibilità. Higuain ha ripreso a giocare con la squadra, cosa che faceva già prima degli anni di Napoli. Contro il Chievo è venuto fuori, ha giocato la palla, si è mosso tra le linee. Come ragazzo è ottimo. Caratterialmente è più europeo che sudamericano”.

Mandzukic è rimasto nonostante l’arrivo del “Pipita”: “Il campionato è lungo, vedi Dybala che si è fatto male. L’importante è che l’obiettivo sia comune. Mandzukic sta giocando e come lo scorso anno ha iniziato a segnare a novembre. Al Bayern o al Real la situazione è uguale, l’unica alternativa per lui sarebbe stata scendere di livello. O se ne andava in un club tipo il Southampton, o capiva che era meglio restare. Ha capito”. Pogba, il “cucciolo” di Allegri: “Abbiamo ottimi rapporti, anche se lui con me perdeva sia a calcio che a basket. Paul il mio cucciolo? Ne ho avuti in tutte le squadre: Matri a Cagliari, Robinho al Milan. Qui alla Juve, in verità, passano per miei figliocci Khedira e Mandzukic perché magari ho concesso loro qualche giorno di permesso”.

Spogliatoio? Se lo gestiscano loro… “Io non entro. Quello che succede nello spogliatoio resta lì, è affar loro. Io intervengo solamente se si creano delle problematiche. Ma qui alla Juve ho un gruppo molto responsabile”. Giocatore rivelazione del 2017? “Sarà Pjaca. Alex Sandro? In questo momento è uno tra i primi terzini al mondo. Lui viene da un campionato in Portogallo dove si giocano poche partite ad alto livello in una stagione, ma è cresciuto tantissimo, pure in esperienza. Evra è più smaliziato, ma Alex Sandro non si discute”. In chiusura d’intervista un accenno anche al Milan: “Scudetto? Con Zaccheroni non partirono favoriti e poi vinsero. Sono un gruppo giovane, con ampi margini di crescita. Dipenderà anche dal closing e da come si comporteranno i cinesi a gennaio”.