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‘Pirulao’ Pereira firma la prima vittoria in campionato della Juve U23

Per la prima volta l’inno “Juve, storia di un grande amore” ha riecheggiato anche per la Juve U23 al termine di un match. Non all’Allianz Stadium, ma al Moccagatta – casa della Juve ‘B’ per questa stagione – ma poco cambia, almeno per i ragazzi in campo con la maglia bianconera. Perché nel loro piccolo hanno scritto una pagina di storia di questa società, portando a casa i primi 3 punti in campionato stasera nel 4-0 al Cuneo.

Ci tenevano a far bene i ragazzi di Zironelli, ancor di più dopo la visita avvenuta ieri durante l’allenamento da parte del presidente Andrea Agnelli che, in prima persona, ha voluto incoraggiare i suoi ragazzi reduci da due ko su due. Ci ha pensato il brasiliano Matheus Pereira, numero 10 bianconero proprio come un altro sudamericano, seppur argentino, che dalle parti della Continassa conoscono discretamente bene, a fare un regalo al presidente: vero e proprio mattatore del match con una doppietta il 10, prima che Bunino e Muratore mettessero a segno i colpi del definitivo ko. Poker.

“È una vittoria importante per me e la squadra. In futuro dobbiamo fare ancora di più”, le parole dell’mvp in mixed. Serviva la classe di uno dei giocatori più talentuosi di questa Juve U23, di uno dei reduci della tournée americana insieme alla Juventus di Allegri, per sbloccare anche mentalmente questa squadra. Preso sotto l’ala protettiva del connazionale Alex Sandro e di Cancelo durante l’esperienza negli USA – “Loro due mi hanno aiutato e consigliato tanto, con Alex Sandro ho stretto anche una bella amicizia. Ma anche Chiellini e tutti gli altri mi hanno fatto sentire uno di loro”, ha dichiarato il brasiliano sempre in mixed -, Pereira negli ultimi mesi è cresciuto davvero tanto.

Un giocatore più maturo e consapevole rispetto a quando arrivò a Torino nel 2016 appena diciottenne per ben 2 milioni e mezzo di euro dal Corinthians. Chi osservava settimanalmente le partite del Timão ne era certo: la Juve si era aggiudicata il talento del futuro. Centrocampista classe ’98 mancino con caratteristiche offensive, mezz’ala, esterno o trequartista dotato di tecnica carioca ma anche di buon fisico, visto il metro e 85 circa di altezza. Per questo in patria è soprannominato ‘Pirulão’, ovvero ‘stangone’.

In Brasile nel 2015 ha esordito addirittura in prima squadra in campionato contro il Cruzeiro prima che il ct della Seleçao, Tite – non certo uno qualunque -, ai tempi sulla panchina del Timão, lo lanciasse da titolare in Copa do Brasile contro il Santos. Il 2015 fu l’anno magico di Pereira: vinse sia il titolo di miglior giocatore del Mondiale per Club giocato e vinto in Spagna col Corinthians, sia il Sudamericano di categoria con il Brasile U17 in Paraguay, dove faceva coppia in attacco con Leandrinho, altro craque ora all’Atletico Mineiro ma sui radar di mezza Europa.

Tite lo coccolava e credeva in molto in lui. Ma quando c’era da bacchettarlo non ci pensava due volte. Un episodio su tutti: il rigore nella finale di Copa São Paulo contro il Flamengo sbagliato goffamente e calciato alto tentando il cucchiaio. Errore decisivo. Tite su tutte le furie. E che ramanzina per Pereira: “Non mi piacciono per nulla queste cose. Gli ho detto di non calciare mai più un rigore del genere. Puoi farlo sul 3-0, sul 4-0, non in una finale. Lacrime a non finire per il giovane Matheus che, oltre tutto, è stato costretto anche a sorbirsi gli insulti di qualche tifoso furioso per questo ‘eccesso’ di personalità non andato a buon fine.

Quel rigore sbagliato però gli è servito per crescere. Da lì in poi è stato un susseguirsi di cambiamenti e nuove esperienze. L’acquisto da parte della Juventus, le apparizioni in Primavera, i prestiti all’Empoli e al Bordeaux, il ritorno in Brasile – sempre in prestito – al Paraná nel massimo campionato carioca: tutto in rapida successione. Infine, il rientro alla casa base bianconera in estate con tanto di tournée agli ordini di Allegri in USA. Ora la Juve U23, che è chiamato a trascinare con le sue giocate. Sognando di far riecheggiare “Juve, storia di un grande amore” ancora tante volte grazie ai suoi gol. Per ora al Moccagatta, poi chissà…