Messias: “Pensavo di essere scarso, ora mi salvo col Crotone”
Dopo la vittoria per 4-1 contro il Benevento, il Crotone rilancia le sue possibilità nella lotta salvezza. “Stiamo portando avanti le nostre idee, serve solo un po’ più di cattiveria e attenzione. Con Stroppa ho un ottimo rapporto. Il gruppo è molto unito e credo che riusciremo a salvarci”. Così Junior Messias a La Gazzetta dello Sport.
Dai tornei Uisp di Torino alla Serie A nel giro di 5 anni. Da fattorino a segnare gol per la salvezza dei rossoblù. “Certo, il mio lavoro precedente mi ha aiutato. Adesso vivo il calcio con impegno, passione, cuore. Nella vita niente è facile, devi sfruttare le opportunità che ti vengono offerte. E i miei sacrifici sono stati ripagati. Ricordo con nostalgia Barriera di Milano, il quartiere periferico di Torino nel quale vivevo. È un posto multietnico, dove ho conosciuto persone di Paesi e culture diverse. Mi piaceva tanto vivere lì”.
Un percorso pieno di ostacoli superati con i dribbling: “Le giocate sono davvero belle quando hanno un senso, perché a calcio si gioca per vincere, per fare gol. Ogni giocata deve essere funzionale. Mi torna in mente Zidane, che mi piaceva tantissimo e forse è stato il giocatore con più classe in assoluto. Giocava con una serenità e una bellezza mai più viste. L'idolo? Ronaldo il Fenomeno. Il più grande giocatore della storia".
"Ho imparato a dribblare per strada, in Brasile. Cosa pensavo quando ero in B? Non ho mai pensato di essere particolarmente forte, anzi pensavo di essere più scarso degli altri, volevo solo migliorare", ha proseguito Messias.
Sull’insegnamento più importante della sua storia: “A crederci sempre. Nella vita la fortuna serve tanto, ma la prima cosa è l’impegno. Non sai mai cosa può succedere. Ma non sempre le cose vanno come speriamo. Penso che ognuno abbia il proprio destino”.