I ricordi di Julio Alberto Moreno: “Il mio Barcellona come la Juventus di oggi. La magia di Scirea nella sua maglia che conservai per anni”
5 Marzo 1986, Barcellona-Juventus 1-0, la decise Julio Alberto Moreno. Che oggi, alla vigilia della partita di Champions rivive quella partita, e quel sinistro magico che viene ancora ricordato dai tifosi catalani. “La gente mi ricorda il 5 marzo 1986: con un mio gol battemmo la grande Juventus. Al ritorno al Comunale finì 1-1 e fu semifinale: incredibile”. Poi il ritiro nel 1991, e l’inizio dei tanti problemi personali che gli hanno rovinato gran parte della vita. Ma oggi no, pensa ad altro, domani c’è la sua partita, e così, alla Gazzetta dello Sport, parla solo di calcio.
“Juventus? E’ sempre stato il club di riferimento. Il mio Dna è blaugrana, ma loro erano il modello: la squadra più forte del mondo, un po’ come il Barça di oggi. Era la partita della vita: incredibile giocare contro i campioni in carica, figurarsi segnare. Davanti a me il meglio della mia epoca. Non solo Platini-Boniek-Laudrup, ma quasi tutti i campioni del mondo 1982. Come un bimbo emozionato, le notti precedenti non dormii. Fino alla prima Champions con Cruijff, è stata quella la grande notte del barcellonismo”.
Quella partita determinò e cambiò la storia dei blaugrana: “all’epoca non eravamo una super squadra come ora, avevamo molte difficoltà ad affermarci in Europa. Oggi, rispetto ad allora, la situazione è alla rovescia: la Juve di Allegri è come il nostro vecchio Barça”. Di quella partita tanti ricordi: lo scambio della maglia col mio mito Scirea: non era solo un campione, in lui vedevo gli ideali stessi del calcio. Correttezza, eleganza, bellezza. So che in Italia anche gli anti-juventini “si tolgono il sombrero” davanti a Scirea. Un po’ della sua magia era nella maglia che ho portato con me per anni”. La maglia però non ce l’ha più. “Anni dopo, nel momento più duro della mia vita, ero rimasto solo, in India, senza nessuno al mondo. Soltanto un italiano mi è stato vicino: tifava Juve, ho dato a lui la maglia. Non faccio il suo nome, non so dove sia, ma me lo immagino ancora col 6 bianconero”. Poi il rifiuto alla Juventus, “l’offerta era milionaria, rifiutai ma che onore essere chiamato nel ruolo di Cabrini”.
La Juventus oggi? “Ci spaventa perché ha qualcosa di speciale che voi italiani imparate da piccoli: la disciplina. Il mestiere. Forse non sarà al livello tecnico del Barcellona o della stessa Juve di allora, ma batterla è tremendamente difficile perché sa soffrire. Non ci poteva toccare un sorteggio peggiore. Higuain è carico e felice nel nuovo club. Ma siamo favoriti con un Neymar ormai leader”. Ma Julio Alberto Moreno che farà in futuro? “Ho vissuto 34 anni al Barça. Recentemente ho seguito Luis Enrique: in Italia non lo avete capito, è un grandissimo e gli sono grato. Vorrei trasmettere da allenatore ciò che mi ha insegnato. Ovunque nel mondo: se mi chiamate dall’Italia, stavolta parto subito…”.
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