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Jan Åge Fjørtoft: “Maldini e Baresi? Uno scandalo che non abbiano vinto il Pallone d’Oro”

Jan Åge Fjørtoft ha rilasciato un intervista esclusiva ai microfoni di gianlucadimarzio.com

Leggenda del calcio norvegese, Jan Åge Fjørtoft ha affrontato l’Italia ai mondiali del 1994 negli Stati Uniti ha detto la sua ai microfoni di gianlucadimarzio.com sullo stato attuale del calcio italiano, Euro 2024 e sulla difficoltà della nostra nazionale di produrre un grande numero nove.

 

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 Fjørtoft: “Chiamai il mio gatto Rosso in onore di Pablito nel 1982. Nelle difficoltà si esalta”

Fjørtoft oggi fa l’opinionista per ESPN e ViaPlay e segue da vicino il calcio internazionale come la Premier League. Sul nostro calcio ha detto: Ho sempre avuto tanto rispetto per l’Italia, ero una delle poche persone in Norvegia che tifava gli Azzurri nel 1982 contro il Brasile. Quell’anno chiamai pure il mio gatto ‘Rossi’ in onore a Paolo (ride n.d.r) Ho sempre ammirato l’Italia che nei grandi tornei trova sempre modo di arrivare in finale nonostante le difficoltà. E questa la dice lunga sulla qualità e cultura del calcio italiano.”

 

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“Maldini e Baresi? Uno scandalo che non abbiano vinto il Pallone d’Oro”

Franco Baresi e Paolo Maldini erano i rivali di Fjørtoft quel 13 giugno 1994 allo Giants Stadium di New York, partita decisa da un gol di Dino Baggio. Alla domanda chi è stato più forte, ha risposto: “Come si fa a scegliere tra due dei migliori difensori del mondo? Dico solo che è uno scandalo che nessuno dei due abbia vinto il Pallone d’Oro. Il fatto che i difensori non vincono mai questo premio è il motivo per cui queste cerimonie e nomination non vengono rispettate al cento per cento. Sia Franco e Paolo sono lassù ed è impossibile scegliere.”

Siamo i campioni d’Europa in carica. Ma siamo anche quelli che non si sono qualificati a due mondiali di fila. Ma per Fjørtoft siamo sulla buona strada: “Le cose sono cambiate in meglio. La Premier League, che viene definitiva il miglior campionato al mondo, non ha portato nessuna squadra in finale di Champions League l’anno scorso. E non vincono un trofeo internazionale dalla Coppa del mondo del 1966. Dura parlare di declino del calcio italiano quando siete ancora i campioni d’Europa in carica. E la forza degli italiani è la capacità di rialzarsi, sempre. Ora tocca migliorare le infrastrutture e investire per migliorare gli stadi. E se tutto ciò migliora di conseguenza poi ne giova la nazionale. Prima di ogni torneo dico sempre: mai e poi sottovalutare gli Azzurri. Sono sicuro che tornerete grandi.”

Gli azzurri debutteranno a Dortmund contro l’Albania. Ma la leggenda norvegese crede nella squadra di Spalletti: “Agli Europei ci sono alcuni gruppi difficili e quello degli Azzurri è uno di questi. Così come quello con Francia, Olanda e Austria. Io sono nato nel 1967 e ho imparato la lezione: mai sottovalutare. È vero che c’è stato un down e che non sarà facile ma si riprenderanno”.

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 “Noi abbiamo Haaland ma l’Italia è all’Europeo. Facciamo uno scambio?”

L’Italia non produce più grandi centravanti come Riva, Boninsegna, Altobelli, Vialli, Vieri, Inzaghi. Mentre la Norvegia che non si qualifica per un grande torneo da 24 anni ha attualmente Erling Haaland. Ma Fjørtoft ha scherzato: “Possiamo cambiare: mandiamo la Norvegia al Europeo vi diamo Haaland senza partecipare al torneo… sono sicuro che preferite andare al Europeo. Tante nazioni non hanno un centravanti top class e tra queste  la Germania che ha Füllkrug. Ma lui ha debuttato a 28 anni. Anche la Spagna con Morata non ha un nove di classe mondiale. Negli anni di successo di Guardiola il vero centravanti si era estinto, ora stanno tornando. La Norvegia ha Haaland poi ci sono Harry Kane, Mbappé… ma è interessante che i grandi paesi non abbiano fuoriclasse in attacco“.

La Norvegia crede nella nuova generazione per sperare in un ritorno nei grandi tornei dopo ventiquatttro anni. “Speriamo di sì. Quando parlo con Haaland e Ødegaard capisco che posso batterli solo per i tornei giocati (ride ndr). Scherzi a parte presto ci saremo, speriamo già nel 2026.”

Intervista a cura di Alessandro Schiavone