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Jaime Mata, il Vardy spagnolo che ha piegato il Barcellona

Esiste solo una strada: "Trabajo, trabajo y trabajo". Lavorare, e tanto. Con queste parole Jaime Mata ha voluto celebrare la vittoria del suo Getafe sul Barcellona. Facendole sue è arrivato in vetta alla Liga, dove adesso guarda tutti dall'alto. Lui che nel 2009 non se la passava molto bene. Aveva 20 anni e giocava in quarta divisione con il Galactico Pegaso, club con sede a Tres Cantos, nella comunità autonoma di Madrid. Una società che, a causa della grave crisi economica che colpì la Spagna, fallì l'anno dopo. Jaime e compagni, in segno di protesta, prima di una partita si abbassarono i pantaloni: "Ci state lasciando in mutande", il senso. Concetto ribadito anche dopo, nello spogliatoio. Tutti nudi, le parti intime coperte solo da dei cartelli raffiguranti i numeri del codice IBAN del club. Una richiesta di aiuto insomma, anche se Mata non ne ha avuto bisogno. Ha fatto tutto da solo. 


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La maglia di Messi e la prima in Nazionale

Ora Jaime ha 31 anni, li ha compiuti il 24 ottobre. Da due stagioni gioca in Liga e sabato sera ha piegato il Barcellona. Su rigore, perché dal dischetto non sbaglia praticamente mai. Ne ha falliti solo 3 su 29 in carriera, appena uno dal 2013 ad oggi. Chissà, probabilmente avrà studiato un po' anche Messi. E' il suo idolo, sebbene Mata sia di Madrid: "Un onore giocare contro il migliore al mondo", disse lo scorso 15 febbraio, quando chiese e ottenne dalla Pulce la sua maglia numero 10 dopo aver giocato – e perso – davanti ai 90mila del Camp Nou. Lo ringraziò con un lungo abbraccio che commosse la Spagna. Quasi un mese dopo Luis Enrique lo convocherà in Nazionale. La prima volta a 30 anni, lui che nel 2009 restava in mutande in mezzo ad un campo da calcio e che aveva pensato di concentrarsi su altro. 


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La storia: voleva fare il doganiere

Dopo il fallimento del Galactico Pegaso, Mata si trasferisce nella squadra riserva del Rayo Vallecano. Poi il prestito al Mostoles, sempre in quarta serie. Segna, è il capocannoniere della squadra, ma non riesce a raggiungere la promozione. Nell'estate del 2012 lascia momentaneamente il calcio per studiare legge. Giurisprudenza, amministrazione, finanza e commercio internazionale, con l'obiettivo di diventare doganiere. Poi la chiamata che non ti aspetti, quella del Lleida in terza divisione: "Vabè, sarà come passare due anni in erasmus", commenta divertito. Per la prima volta lascia Madrid e vola in Catalogna, dove resta sorpreso: entra nello spogliatoio e vede due fisioterapisti: "Wow che figata!", esclama.

Svolta Girona. Ma quante finali perse…

Le delusioni, però, arrivano presto. Per due volte manca la promozione in Segunda Division perdendo ai playoff. Nel 2014 altra svolta, perché l'allora direttore sportivo del Girona Oriol Alsina lo vede giocare e decide di concedergli un'opportunità proprio in LaLiga2. Mata segna 12 gol il primo anno, 9 il secondo, ma la storia si ripete: perde due finali playoff consecutive e la Liga continua ad essere un miraggio. 


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Il record con il Valladolid

Il colmo lo raggiunge l'anno dopo, quando decide di cambiare aria e andare al Real Valladolid. Gioca fuori ruolo, perché l'allenatore lo sposta sulla fascia sinistra. Segna e gioca poco. In Liga chi ci va? Proprio il suo vecchio Girona, per la prima volta nella sua storia. Jaime non si perde d'animo, riconquista la sua posizione naturale, quella di punta, e nella stagione successiva segna 33 gol in 39 gare di campionato, portando la squadra in massima serie. Nessuno in Segunda aveva segnato così tanto dal 1987. Un record secondo solo alle 46 reti di Ricardo, attaccante dello Sporting Gijon nel 1956/57. E lì che il Vardy spagnolo, come lo hanno soprannominato in patria, può definitivamente dire: "Ce l'ho fatta". Anche perchè lo chiama il Getafe, che lo prende a zero confermando una statistica curiosa: In dieci anni Mata ha vestito nove maglie diverse, senza che nessuno spendesse mai un euro per il suo cartellino. 

Amore a prima vista

Con il Getafe è subito amore. Scatta la scintilla con Josè Bordalas, il suo Jefe (capo), che ha portato il club prima alla promozione in Liga e poi di nuovo in Europa. Scoppia l'intesa perfetta con Jorge Molina (oggi ha 38 anni) con cui nel 2018/19 forma una coppia perfetta, la più prolifica del campionato (migliore anche di Messi-Suarez). A febbraio Jaime vince il premio di giocatore del mese, davanti alla Pulce e a Griezmann. Ama il rock and roll, perché la sua vita è così. Nel 2009 era in mutande, sabato ha battuto il Barcellona. Niente è impossibile.