Fiorentina, Italiano: “Troppo timidi nel primo tempo, mi porto via il secondo”
Le parole dell’allenatore viola dopo la sconfitta rimediata in casa della Juventus
Finisce 1-0 la sfida tra Juventus e Fiorentina, andata in scena all’Allianz Stadium e valevole per la 31ª giornata di Serie A. Decisivo il gol di Gatti, andato a segno al 21′. I viola restano al 10° posto in classifica, a 12 punti di distanza dalla zona Europa. Al termine della partita, l’allenatore della Fiorentina Vincenzo Italiano è intervenuto ai microfoni di DAZN.
Juventus-Fiorentina, l’intervista post partita di Italiano
L’allenatore viola ha iniziato analizzando la partita: “Troppo rispetto all’inizio per questa Juve, troppo timidi, troppo poco bravi a gestire anche quella possibilità di palleggio. Infatti abbiamo cercato di rimediare con quello che ci può dare Maxime, anche mettendo dentro Beltran per giocare insieme a Bonaventura e cercare di alzare questo baricentro. E ci siamo riusciti, creando tanti presupposti per pareggiare, però a parer mio paghiamo quel primo tempo dove siamo stati poco propositivi. Siamo entrati poco dentro l’area di rigore, subendo gol qui poi si fa fatica. Per il terzo anno consecutivo è l’ennesimo 1-0, tre anni dove usciamo anche con un po’ di amaro in bocca, un po’ di rammarico perché in tutti e tre gli anni potevamo cercare di fare più male a questa Juve. Però personalmente avendo ancora davanti tanti impegni mi porto via questo secondo tempo. Secondo tempo di grande personalità, grande qualità, abbiamo creato tanto. Szczesny ha fatto un miracolo su Gonzalez e quindi siccome dobbiamo stare con fiducia ed entusiasmo ripartiamo da questo secondo tempo e apprestiamoci ad affrontare questo finale davvero con grande voglia e cercare di dare qualcosa di diverso rispetto a quello che abbiamo fatto i primi 20 minuti”.
Italiano ha poi risposto a una domanda sull’aggressività della Juventus stasera e sulle mancanze della Fiorentina: “Quello che fa la Juve quando la prepara o quando ha voglia di mettere in difficoltà nel primo palleggio gli avversari credo che sia un qualcosa che ti può mettere in difficoltà, perché hanno fisicità, sono forti sulle gambe, sono forti fisicamente. Se ti saltano addosso possono limitarti e questo hanno fatto nel primo tempo. In più noi poca velocità nel girare la palla, non saltavamo mai un passaggio, non andavamo mai profondi e gli permettevamo di arrivare su tutti i corpo a corpo. È lì che abbiamo sbagliato secondo me nel primo tempo. Nel secondo manca quella stoccata vincente, quella giocata che ti permette prima di arrivare al pareggio, e sono convinto che con l’inerzia della partita puoi riuscire anche ancora a ricercare qualcosina. E poi quella qualità negli ultimi 20 metri, attorno a quell’area di rigore, attorno a quel perimetro. Chiaro che quelle poi sono le zone più difficili e più complicate da attaccare, da scardinare. Secondo me però ci abbiamo provato, siamo arrivati quattro o cinque volte davvero a pochissimo dal pareggio. Se c’è qualcosa che manca in determinate partite è proprio questo”.
L’allenatore ha proseguito così nella sua analisi riguardo alla mancanza di qualità: “Forse dobbiamo ancora aggiungere qualche altro modo di attaccare, qualche altro movimento per mettere in difficoltà queste squadre che poi decidono di fare solo difesa, e mettere dentro quelle giocate che il Gonzalez ha nelle proprie carte, il Sottil, il Kouamé, il Belotti. Purtroppo se non arriva nulla di tutto ciò perdi le gare, quindi secondo me oltre a tutto quello che proviamo, che cerchiamo di sviluppare, che cerchiamo di ottimizzare per far gol, ci dobbiamo mettere nel nostro a livello individuale. Ma se non basta, noi ancora abbiamo un mese e mezzo di tempo, cercheremo di trovare altre soluzioni“.
Forse in alcune dinamiche dei cambi obbligati hanno tolto qualcosa alla squadra: “Credo che in queste 148 partite sono state poche le volte che di mia spontanea volontà o decisione mia non si sia potuta ripetere e mettere in campo la stessa formazione. Parisi che aveva giocato 96 minuti dopo un bel po’ di tempo, dopo 3 giorni secondo me non può darti quello che penso. Barak oggi soprattutto a livello strategico, quando giochi contro una squadra strutturata come quella della Juve, esistono palle inattive, esiste anche un duello, uno scontro fisico, poteva darci qualcosa in più, per poi inserire Beltran a partita in corso come è stato e poteva poi quando la Juve un po’ ha mollato trovare gil spazi giusti. Quindi sono scelte alle volte obbligate, strategiche, di gente che non recupera, di gente che non può darti il 100%. E credo che in una struttura di 10 di movimento, quando ne cambi due nessuno riesce a non permettere alla propria squadra di perdere identità. Quindi se non è arrivato il risultato oggi non credo che sia perché non hanno giocato due della partita precedente. Queste sono le domande che si fa un allenatore e sono davvero dei pensieri che poi alle volte non ti fanno dormire. Però la squadra l’identità non la perde, l’organizzazione rimane tale e quello che ricerchiamo riusciamo a riproporlo. È chiaro che a parer mio spesso manchiamo per qualche dettaglio, che può essere una chiusura dietro, una giocata negli ultimi minuti o negli ultimi metri, e perdiamo le partite. Però per me avere tutti convolti, tutti con una grande condizione, tutti che possono dare il contributo credo che arrivare fino in fondo ad avere 27 giocatori tutti a disposizione sia un grande risultato. Sia l’anno scorso sia quest’anno ci stanno permettendo di arrivare lunghi in tutte le competizioni“.