Italia, l’allarme di Mancini: “Mai così pochi italiani in campo”
L’allenatore azzurro apre il raduno con la consueta conferenza stampa: “E’ un dispiacere vedere i miei ragazzi in panchina. Credo che molti di loro siano più forti degli stranieri che giocano titolari”. Poi sulla Nation League: “Siamo l’Italia, è una competizione che vogliamo giocare e vincere”
Entra in sala stampa e posa lo sguardo sull’ala sinistra dell’Aula Magna di Coverciano. Occhi sornioni, laddove spiccano le foto di Lippi e Bearzot trionfanti con la Coppa del Mondo in mano. 2006 e 1982, di tempo ne è passato. Nel mentre l’Italia non è riuscita a qualificarsi all’ultimo Mondiale in Russia e ha deciso di ripartire da lui. Roberto Mancini ha un bel sorriso stampato sul volto. E’ anche meno abbronzato rispetto a quanto qualcuno possa aspettarsi da un ct. Risponde a tutti con tono sicuro, nonostante un microfono che fa qualche bizza di troppo: “Non funziona dai tempi di Zoff” Scherza qualche giornalista. Beh, lui a quei tempi ci tornerebbe. Ma adesso è il momento di pensare al presente, alle sue prime sfide ufficiale da allenatore dell’Italia
“Inizia la Nation League, una competizione sicuramente più importante delle amichevoli, un torneo che vogliamo giocare bene e vincere – ha esordito così nella prima conferenza stampa di questo raduno – abbiamo aggiunto qualche giocatore al gruppo che lavora da noi già da giugno“. Missione non facile, considerando quanto poco stiano giocando in campionato i suoi ragazzi: “La scorsa stagione si era conclusa meglio, perché giocavano tutti – sorride amaro – in queste prime tre partite di Serie A è successo meno, ma sono sicuro che avranno le qualità giuste per conquistarsi lo spazio che meritano”.
Pochi italiani in campo, questo il concetto su cui Mancini batte più spesso: “Non ne vedevo così pochi in campo da molto tempo – ha continuato – da quel punto di vista abbiamo sicuramente raggiunto il punto più basso. L’unica soluzione consiste nel chiamare giovani che magari hanno giocato pochissimo giusto per conoscerli meglio e per poterli valutare”. Anche perché nelle Under ce ne sono tanti: “E bravi – puntualizza Mancini – per noi è importante che giochino”. Uno di questi è Zaniolo, alla sua prima chiamata: “E’ un Under 19, che ha raggiunto una finale importante. Se mostrerà le qualità giuste, allora lo richiameremo. Ha un’età giusta per giocare in A. All’estero hanno coraggio, li buttano dentro e dopo 10 partite si rendono conto che in campo ci possono stare. Da noi non succede, nonostante sia convinto che molti dei nostri ragazzi siano più bravi degli stranieri che occupano il loro posto”.
Parole da vero condottiero le sue, da chi è stato scelto per riportare l’Italia dove merita: “Se sono emozionato? Certo che lo sono, è normale quando si parla di Nazionale. Noi siamo l’Italia, abbiamo il dovere di giocare bene e vincere. Io sono molto fiducioso, perché credo che i miei giocatori abbiano le qualità fisiche e tecniche giuste per imporsi. All’esterno ce ne sono pochi in grado di decidere un match. Qualora riuscissimo ad amalgamare bene il tutto, potrebbe essere una bella cosa”.
Spazio, quindi ai convocati. A partire da Benassi: “Ha fatto tutto il percorso nelle giovanili azzurre, ha un margine di crescita importante. Lo avevamo seguito già l’anno scorso”. Poi Bernardeschi: “Sì, considero l’ipotesi di farlo giocare mezz’ala. Nella Juve per ora non l’ha mai fatto, ma credo che abbia le caratteristiche adatte”. Passando per Balotelli e Perin: “Se Mario è dimagrito? Sì, avrà perso 8 o 9 grammi – scherza – doveva scontare tre giornate di squalifica, ora è tornato, anche se fisicamente non starà al 100%. Mattia chiaramente paga il fatto che non sta giocando. Chi lo fa è ovvio che sia avvantaggiato”. Come Cragno: “E’ un buon portiere, lo abbiamo chiamato per conoscere meglio. Avremmo fatto lo stesso anche con Meret, ma si è fatto male. In porta no, non ho ancora delle gerarchie”.
Capitolo centrocampo: “Ovviamente abbiamo delle difficoltà. Anno scorso Pellegrini era stato uno dei migliori, adesso non sta giocando. Così come Cristante. Spero che possano trovare spazio in campionato in futuro. Per ora cercheremo di trovare una condizione tattica che sia la migliore per la squadra. Essendo ad inizio stagione ed avendo molti giocatori con pochi minuti nelle gambe, è chiaro che alcuni di loro non ce la faranno a giocare due partite in 72 ore”. Un altro che non sarà al top è Verratti: “Ha avuto un infortunio, ma mi ha detto che sta molto meglio. Dopo la sosta dovrebbe tornare a disposizione del suo allenatore, quindi credo che per la prossima partita sarà disponibile. Ha esperienza e gioca in una squadra importante. Ci sarà utile. L’esclusione di De rossi? Ci ho parlato. Non abbiamo bisogno di chiamarlo, perché lo conosciamo benissimo. Sa di far parte di quei giocatori di esperienza che ci potranno tornare utili”
Sull’attacco, invece, una speranza su tutte: “Che Bellotti torni a fare gol come un anno e mezzo fa – continua Mancini – prima degli infortuni che lo hanno condizionato. Poi ci sono anche i vari Immobile, Balotelli e Zaza, che spero torni a giocare titolare”. Idee chiare anche in difesa: “Caldara adesso sta giocando poco, ma è giovane e quindi non ne risentirà troppo. Contro la Francia è stato uno dei migliori. Romagnoli giocherà”.
Chiosa finale sul campionato: “Non mi sembra che sia cambiato molto – conclude Mancini – la Juventus è rimasta la squadra più forte. Ma siamo all’inizio e le cose possono cambiare. Anche per i miei giocatori, spero. E’ un dispiacere vederli in panchina”