Dalle voci sugli esoneri alle rinascite: i capolavori di Zidane
Quando arriva l’autunno sembrano esserci tre certezze nella vita: le giornate si accorciano, ci si deve abituare a vedere il sole meno spesso e Zidane è sempre in bilico. “Rischio esonero”, “Domenica potrebbe essere l’ultima partita”. Queste sono le voci che corrono, parallelamente alle varie lamentele sul freddo incombente e sulle mezze stagioni che non esistono più. Luoghi comuni. Esattamente gli stessi – ma concettualmente opposti – che poi si sentono dire qualche mese dopo, con un Real Madrid che si trasforma in macchina vincente e Zidane che dimostra anche in panchina di essere unico.
ZIDANE: PRIMA LE VOCI SULL'ESONERO, POI I TITOLI
Eccezion fatta per il primo anno, quando sostituì Rafa Benitez e vinse la prima delle tre Champions League di fila, quasi ogni stagione si è sentito dire di “Zidane a rischio esonero”. Nell’annata 2016/17 per lui e la squadra arrivarono anche i fischi del Bernabeu. Ma esattamente con la stessa calma con cui stoppava palloni impossibili quando era in campo, Zidane dalla panchina ha saputo gestire le critiche e ribaltare le situazioni a suo favore, portando a casa nell’ordine: Liga, Champions League, Mondiale per Club e Supercoppa europea. E titolo personale di Allenatore dell’anno in Spagna. Per un allenatore criticato e fischiato, un bottino non da poco.
Due anni dopo, situazione molto simile. Il pubblico madridista è viziato ed è facile capirne il perché. A Madrid il curriculum non basta. Si vogliono solo vittorie. E così come arrivano risultati scadenti e prestazioni non convincenti, le critiche piovose e le solite voci sugli esoneri non tardano mai a sopraggiungere. Ma anche nella stagione 2017/18, con la solita calma e dopo pochi mesi dalle settimane tormentate, Zidane torna a Madrid da una gita a Kiev con una Champions League in mano. La terza di fila, con cui chiude i suoi primi tre anni e mezzo alla guida dei Blancos, e decide di andarsene (in quel caso non si trattò di esonero).
La stagione 2018/19 è la prima del post Zidane. Difficile l’eredità da prendere. Un peso che si vede sul campo. Prima Lopetegui, poi Solari: i risultati non arrivano. In campionato il Barcellona ormai se n’è andato, e uno splendido Ajax elimina la squadra più titolata al mondo agli ottavi di finale di Champions League. Sconfitta troppo pesante, che costa l’esonero a Solari. Torna proprio Zizou, che con una stagione ormai compromessa mette le basi per i suoi nuovi successi. L’anno dopo infatti riporta il Real Madrid alla vittoria nella Liga. Qualche mese prima, però, le solite voci sul suo esonero non erano mancate: Zidane era “a rischio esonero” anche nell’ottobre della stessa stagione.
Quest’anno il copione sembra il solito (da scoprire resta solo il finale). Secondo alcune voci, Zidane avrebbe dovuto essere esonerato dopo il 2-0 subito in casa contro lo Shakhtar. Addirittura si era parlato di dimissioni: “Io non mi dimetto, è solo una cattiva serie di risultati”, aveva detto nel dicembre scorso. Quattro mesi dopo, il Real ha ripreso l’Atletico Madrid in testa al campionato, ha battuto il Barcellona nel Clásico, eliminato l’Atalanta agli ottavi di Champions, e sconfitto il Liverpool campione in carica nell’andata dei quarti. Ed è la squadra più in forma del momento, guidata da un allenatore che ogni anno sembra sul punto di esser cacciato, ma che poi ribalta sempre le situazioni portandole a favore suo, della sua squadra e dei suoi tifosi.
Dopo tutte le voci sui possibili esoneri, Zidane è ancora lì sulla panchina del Real, e con una posizione più sicura che mai e un finale di stagione che si prospetta entusiasmante. In tutti questi anni non ha resistito solo alle voci, ma anche alle decisioni di Florentino Perez, un presidente che nella sua gestione ha esonerato allenatori come Del Bosque, Mourinho e Ancelotti, solo per citarne alcuni. Con Zidane però anche uno come Florentino dimostra di aver imparato il concetto di pazienza. Forse perché anche lui ha capito che quando arriva primavera ci sono tre certezze nella vita: il freddo inverno che è ormai passato, gli armadi che sono da cambiare e Zinédine Zidane che fa volare il Real Madrid.