Weah: “Milan sempre casa. Timothy? Ne avevo parlato con Maldini, poi lo prese la Juve”
Le parole dell’ex attaccante del Milan al Festival dello Sport di Trento
Continua il Festival dello Sport di Trento, evento organizzato da La Gazzetta dello Sport che vede presenti i principali volti dello sport italiano e non solo. Nella giornata di oggi, domenica 13 ottobre, è intervenuto anche l’ex attaccante del Milan George Weah.
Le parole di George Weah
L’ex attaccante ha iniziato parlando della sua nomina a presidente della Liberia: “Abbiamo fatto tante cose buone, sentivo di dover fare qualcosa per la mia nazione dopo gli anni col calcio. Ma il motivo per cui sono entrato in politica è la ricerca della pace. In Africa se vogliamo pensare di fare delle cose è indispensabile che ci sia la pace tra i nostri paesi”.
Sul Milan ha poi aggiunto: “Mi hanno fatto sentire subito a casa mia, sin dal primo giorno. Berlusconi, Galliani e i compagni e poi l’affetto della gente, una cosa incredibile ancora oggi. E pensare che io ero tifoso della Juve, ma contro i bianconeri segnavo sempre anche se una volta ho sbagliato un rigore”.
Chiosa finale su suo figlio Timothy: “Quando è stato il momento mi ha detto che lui è cresciuto con i suoi amici di New York e che si sentiva di giocare nella nazionale degli Stati Uniti. E’ stata un’opportunità in più da cogliere e non c’era motivo che io gli mettessi il bastone tra le ruote. Avevo parlato a Maldini di lui, lo stava osservando per il Milan, poi lo prese la Juventus. Sono contento, ho sempre tifato bianconero per Platini. Sono convinto che abbia anche tanti margini di miglioramento”.