C’era una volta un giovane e calciatore. Che poi è diventato direttore sportivo e infine presidente. Sembra una favola (anzi un sogno) e invece è realtà. È la storia di Walter Mattioli, ex presidente della Giacomense prima e della Spal poi, e a raccontarla è proprio lui nelle pagine di «Dal sogno alla realtà» (editore Minerva, con prefazione di Giovanni Malagò) grazie al contributo di Enrico Menegatti.
«Ho dedicato tutta la mia vita al calcio e mia moglie mi ha sempre detto “perché non scrivi un libro?” - ha raccontato a Gianlucadimarzio.com - E io le rispondevo che gli editori danno spazio alle storie di persone molto importanti. “Ma la tua storia è interessante, dalla terza categoria fino alla Serie A: non succede a tutti”, replicava». E alla fine Walter Mattioli si è convinto.
«Ho sempre giocato nella Giacomense, in Terza Categoria». Numero 10 sulle spalle e tanta qualità. «Ero specializzato nei calci piazzati: punizioni e rigori. A 23 anni già ero capitano della squadra». E dopo 18 anni è diventato anche il direttore sportivo della squadra. «Un giorno la proposta: “Siccome sei bravo, ti chiediamo di fare anche presidente”. E così ho dedicato 45 anni alla Giacomense. Con gli ultimi otto che sono stati quelli alla guida della Spal». Perché con Mattioli presidente è arrivata la fusione con la squadra di Ferrara, l’acquisto del titolo sportivo e la grande scalata che ha portato alla storica promozione in Serie A il 13 maggio 2017. «Eravamo a Terni ed eravamo andati in vantaggio con Antenucci, poi è arrivato il loro pareggio. Mancava una giornata al termine di un campionato che ci aveva visto protagonisti e un pizzico di paura ce l’avevo: vedevo che la squadra aveva perso brillantezza rispetto all’inizio. E proprio sul più bello è arrivata la notizia di un gol da Benevento. Di fatto quel risultato su un altro campo ci spalancava le porte per la Serie A. Ecco, quelle emozioni non puoi raccontarle, ma solo viverle».
Walter Mattioli è un uomo che vive di emozioni, ma anche di intuizioni. Una su tutte, Davide Vagnati. «Era arrivato da giovane calciatore alla Giacomense e poco prima della scadenza del suo contratto mi chiese cosa ne sarebbe stato del suo futuro. Gli dissi di andarsene in vacanza e poi ne avremmo riparlato». Ma lui non è un tipo che perde troppo.
«Mentre era ancora a Forte dei Marmi lo convocai a Ferrara: “Siccome ho visto che corri meno e parli molto, ti ho trovato il nuovo lavoro: sarai il mio nuovo direttore sportivo della Giacomense. Vedo in te queste caratteristiche”. E quella fu l’investitura ufficiale». Sì, perché fino a quel momento il ds della squadra era proprio Mattioli: presidente e dirigente. Spal vuol dire anche Manuel Lazzari. «Portare in squadra giovani di belle speranze mi ha sempre fatto sorridere, mi metteva di buon umore. E così fu anche con Lazzari: l’ho preso alla Giacomense. Veniva dal settore giovanile del Vicenza e aveva fatto la Serie D con il Porto Tolle. Vagnati lo vide e non ebbe dubbi sulle sue qualità. Arrivò ragazzino e ha fatto un qualcosa di straordinario». Un po’ come Alex Meret. «Era nei Primavera dell’Udinese. Quando arrivò era talmente serio che gli dissi “Alex, guarda che qui puoi anche sorridere”, e lui mi rispose “Ma pres, io sono fatto così”.
Ad accompagnare Walter Mattioli nel suo racconto, Enrico Menegatti. «Come autore ho armonizzato e romanzato la narrazione, facendola diventare un quadro cubista con movimenti veloci e contorni frizzanti. Il tono rimane sempre alto, grazie ad aneddoti, approfondimenti filosofici, descrizioni di luoghi e paesaggi. La storia personale di un dirigente capace di scalare tutte le categorie del calcio nazionale, ma anche il racconto sportivo, sociale, solidale di un’intera città e un’intera provincia che nessuno prima aveva approfondito».
Intuitivo, emotivo e vincente. «Ogni anno partivo per vincere il campionato - racconta Mattioli - Il sogno era quello di non fermarmi in Terza Categoria». E ce l’ha fatta: il sogno è diventato realtà. Parola di Walter Mattioli.