Kyle Walker sembra ricascarci, ma spedisce le accuse al mittente. Il giocatore del Manchester City sta facendo discutere per i suoi comportamenti in quarantena (al di là di una mania casalinga): ad inizio aprile il primo caso con il difensore 29enne multato per 150 mila sterline dal suo club dopo essere stato pizzicato dal The Sun a organizzare un festino nella sua abitazione.
Una lezione che Walker apparentemente non ha appreso, violando per tre volte le regole di distanziamento sociale in vigore nel Regno Unito soltanto nelle ultime 24 ore. Prima la festa di compleanno della sorella a Rotherham, poi altri 15 km fino alla casa dei genitori a Sheffield e infine la visita a un amico la mattina seguente.
Ma come riporta The Guardian, il Manchester City questa volta non sarebbe intenzionato a sanzionare Walker per gli ultimi episodi, dovuti a motivi personali.
"Io irresponsabile? No, accanimento mediatico"
Lo stesso difensore inglese ha risposto alle accuse dei tabloid su Twitter: "E' triste, ma sento che la mia vita sia diventata sotto osservazione senza ogni riguardo", la dichiarazione di Walker. "Capisco la gente sia arrabbiata con me, ma ci tengo a chiarire alcune cose: ho appena attraversato uno dei peggiori momenti della mia vita, per il quale mi prendo la piena responsabilità. Ma a questo punto mi sento tormentato. Non solo io, anche la mia famiglia.
Per quanto l'emergenza sanitaria richieda attenzione, quando si deciderà di prendere in esame anche la salute mentale delle persone? Sono un essere umano, soffro e mi rattristo come tutti gli altri. Essere sotto l'occhio dei tabloid non mi rende immune da tutto questo".
Quindi il motivo della tripla violazione: "E' vero, sono andato a consegnare un regalo a mia sorella e mi ha abbracciato: cosa avrei dovuto fare, spingerla via? E poi dai miei genitori, per ritirare delle cibarie. Sono stati due mesi durissimi per loro".