L'amore per il calcio nato grazie ai gol di Maradona, adesso una vista sull'Adriatico e la voglia di costruire qualcosa di importante. Un progetto portato avanti con umiltà ambiziosa e un calciomercato iniziato con un colpo in attacco e una telefonata a Galliani. Mattone su mattone, per trasformare i sogni in obiettivi.
Per chi si occupa di infrastrutture è inevitabile sviluppare qualsiasi progetto dalle basi più solide. Per un imprenditore è impossibile non dare un'impronta manageriale ad una realtà calcistica. Per conferma, chiedere a Mauro Bosco, numero uno della Vis Pesaro che proprio oggi festeggia un anno di presidenza.
Dodici mesi di progetti a medio e lungo termine, partendo dalle fondamenta: "Il bilancio ad ora è estremamente positivo. E' la mia prima esperienza nel mondo calcistico, è stato un anno di arricchimento - ha spiegato Bosco ai microfoni di gialnucadimarzio.com -. Da quando mi sono insediato ho sempre portato avanti due aspetti: il capitale umano e le infrastrutture. E abbiamo fatto passi da gigante. Abbiamo presentato una proposta di partenariato pubblico-privato e contiano che per gennaio dell'anno prossimo possiamo iniziare i lavori di rifacimento del centro sportivo di Villa Fastiggi".
Quindi: capitale umano e infrastrutture. Perché "su questi pilasti si basa anche il progetto calcistico", che inevitabilmente passa dal mercato. Tra giovani pronti per la categoria e over in grado di garantire esperienza e solidità dentro e fuori dal campo. Come Ettore Marchi.
Un colpo alla Puggioni dell'anno scorso, un regalo - a se stesso e alla squadra - per il primo anniversario da presidente del club. "E' l'esempio di giocatore che vogliamo adesso. Ha capacità tecniche, doti indiscusse, una personalità da leader. Abbiamo bisogno di questo. Con tanti giovani in rosa, dobbiamo bilanciare con elementi così che possano trascinare il gruppo dentro e fuori dal campo". Un'operazione andata a buon fine dopo una telefonata tra Bosco e Galliani, risolutiva per sbloccare definitivamente il passaggio dell'attaccante dal Monza alla Vis: "I presupposti per chiudere l'operazione c'erano già, è stato fatto un lavoro di squadra. Anche Marchi da subito ha sposato il nostro progetto e ha voluto fortemente questa piazza. Il tutto poi è culminato con quella telefonata. Ci tenevo a questo colpo; così tutti percepiscono che vogliamo fare una squadra molto competitiva per la prossima stagione. Sta venendo fuori la nostra umiltà ambiziosa".
Fatti, niente proclami. Nemmeno quando qualcuno tra i 200 tifosi presenti nella sala del Consiglio del Comune per la sua presentazione ha chiesto da subito la Serie B: "Io sono uno che ragiona sempre con i piedi per terra e con progetti a lungo periodo. Sulla squadra stiamo facendo investimenti importanti perché vogliamo alzare l'asticella e per la prossima stagione contiamo di avere una squadra che possa giocarsela con tutti, con giovani interessanti e over di affidabilità". E' questo l'identikit del giocatore di cui la Vis ha bisogno per la prossima stagione. Senza cercare un Maradona. A Bosco è bastato ammirare l'argentino da ragazzino quando nella sua Napoli andava a vederlo giocare al San Paolo, con l'abbonamento in tasca e la compagnia del padre e dello zio.
Il calore di una tifoseria lo conosce e lo riconosce, come in qualche modo è avvenuto anche al suo arrivo a Pesaro: "Ho subito avvertito il calore della città dal primo giorno ed ora ancora di più. Si inizia a percepire un cambiamento in ambito calcistico. Un progetto serio e di lungo termine non c'era mai stato e i tifosi hanno capito e avvertito l'ambizione che abbiamo portato".
Lungimirante e fondata, come quando si parla del settore giovanile: "Abbiamo fatto cambiamenti radicali, abbiamo un nuovo responsabile del settore giovanile (Cangini) e Sandreani per la Berretti. Vogliamo essere una realtà di riferimento per il territorio e non solo". Anche con quel filo invisibile che lega la Vis Pesaro alla Sampdoria, con cui la sinergia prosegue seppur con la consapevolezza che ora la possibilità di sperimentare i giovani talenti sta lasciando spazio alla necessità di affidarsi ad under già pronti per la categoria.
Un melting pot consapevole da consegnare nelle mani di Galderisi con cui Bosco, insieme al direttore generale Vlado Borozan, è riuscito a creare "un team di lavoro molto affiatato con unità di intenti e obiettivi precisi". All'esterno, il calore dei tifosi e un'Amministrazione comunale "lungimirante e vicina alla squadra, che condivide i progetti per fare del bene alla città", costruendo qualcosa di bello e duraturo. In tutti i sensi.
E quando gli viene chiesto di pensare alla sua Vis Pesaro come ad un edificio, non pensate ad un grattacielo ma immaginate una bellissima villa sul mare. Perfettamente inserita nel contesto già esistente per non diventare una cattedrale nel deserto. Tirata su, dalle fondamenta all'ultima finitura, dal presidente Bosco.
Credit foto: Vis Pesaro 1898 - Filippo Baioni