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Data: 07/12/2017 -

Virtus Francavilla, il gigante e il bambino: da Abruzzese e Mastropietro, “qui un ambiente sano”

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Qui Francavilla Fontana, provincia di Brindisi, dove le vertigini sono delle perfette sconosciute. Lo dimostra la Virtus, al secondo anno tra i professionisti e oggi quinta nel girone C di serie C alle spalle di tre realtà di grande tradizione come Lecce, Catania e Trapani e un organico quotato come quello del Siracusa: merito della truppa guidata da Gaetano D’Agostino, capace di conquistare sette punti nelle ultime quattro partite giocate, mettersi alle spalle un periodo “no” e replicare, almeno per il momento, il piazzamento finale che l’anno scorso stupì l’Italia del calcio di terza serie. Il tutto nonostante un gruppo che aveva perso il condottiero Calabro e il bomber N’Zola, volati in direzione Carpi, ed era stato oggetto di un notevole ringiovanimento. A svettare in questa terra felice è il capitano, Giuseppe Abruzzese: oltre 350 presenze tra A e B con Lecce, Fidelis Andria, Avellino, Triestina e Grosseto, prima del ritorno in Lega Pro con il Lecce nel 2014 e il passaggio alla Virtus Francavilla nella scorsa estate.

“Qui siamo una famiglia –ammette a gianlucadimarzio.com- è un ambiente sano e c’è gente seria, professionale, con tanta voglia di fare calcio. In squadra abbiamo tanti ragazzi validi dal punto di vista umano e andiamo oltre i limiti tecnici e i momenti difficili mettendoci ognuno a disposizione dell’altro. Da parte mia c’è grande gioia per il fatto di far parte di una società giovane, che non ci fa mancare nulla. E in questo momento, con questo calcio, non è scontato”. In difesa Abruzzese completa una linea energica con Prestia e Maccarrone, ma guai a chiamarli solo guardiani: “Non siamo solo fisici, abbiamo anche qualità di palleggio. Il mister vuole che il gioco parta dalla difesa” sottolinea il difensore nato nel 1981 ad Andria. Così, se Abruzzese è la chioccia, tra i babies sta trovando spazio Federico Mastropietro: classe 1999, sei presenze e la fiducia del gruppo. “E’ solo l’inizio –racconta Mastropietro ai nostri microfoni- ero l’ultimo arrivato e ora sono riuscito a ritagliarmi un po’ di spazio. Voglio sfruttare al meglio le occasioni che mi capitano. Il calcio dei grandi è diverso: c’è bisogno di esperienza, di tante cose in più”. Cresciuto nella Scuola Calcio Taras dopo tre stagioni nella Juventus, Mastropietro è esploso nella Berretti della Reggiana prima di essere notato da Domenico Fracchiolla, responsabile di mercato della Virtus: “Sono tornato vicino a casa, il ds mi ha convinto in una sera di dialogo” ricorda, senza dimenticare le annate in bianconero.


“Ero un attaccante esterno, sto facendo la mezzala solo da quest’anno, ma devo dire che grazie ai consigli del mister mi sto trovando molto bene”. Soprattutto sui calci di punizione: “Provo a prendere spunto da lui, è un maestro in materia”. Gaetano D’Agostino è il punto di unione tra Abruzzese e Mastropietro: divisi da due generazioni, uniti dalle stesse intenzioni. Il bene della Virtus. “Ma prima le squadre avevano tanti giocatori esperti e pochissimi giovani, oggi invece noi vecchietti siamo pochi” scherza Abruzzese, il cui esordio tra i pro è del gennaio 1999 con la maglia della Fidelis Andria contro il Torino. “Il lavoro della domenica è figlio della settimana”. Parla da allenatore, Abruzzese, e non potrebbe essere altrimenti quando ad allenarti…è un ex calciatore, più giovane di un anno: 35 anni D’Agostino, 36 il capitano della Virtus. “Il mister è riuscito subito a entrare nella testa dei ragazzi, poi qui abbiamo un ambiente sano che ti permette di lavorare con serenità. Ci diamo del tu? Certo, è una persona affabile”. La panchina è nei piani futuri: “Mi piacerebbe restare nel mondo del calcio e allenare”.

Come accade con gli avversari, il centrale nato ad Andria allontana la data di un possibile addio: “Ora voglio giocare ancora, ne ho voglia. Ho tantissimi bei ricordi del passato, ho conosciuto tante persone che oggi sono amici. Rimpianti? Forse avrei potuto vivere più anni di serie A, ma sono dell’idea che ognuno merita quello che fa”. I ricordi più freschi invece sono quelli di Mastropietro: “Direi l’esordio tra i titolari nel pareggi per 1-1 contro la Juve Stabia (7 novembre, ndr) Ho scoperto che avrei giocato dal 1’ solo il giorno della partita”. Quando gli si chiede degli obiettivi, però, il 18enne centrocampista va via in dribbling: “Più punti possibili nel minor tempo possibile per la salvezza e potremo puntare anche a obiettivi maggiori”. Se c’è da alzare l’asticella, allora tocca ad Abruzzese. Migliorarsi è la parola d’ordine, a partire dalla trasferta di Cosenza in calendario domenica: “Solo chi arriva primo non può migliorare- sorride il capitano- L’anno scorso non siamo arrivati primi, quindi non possiamo porci limiti. Però pensiamo prima a salvarci”.




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