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Data: 11/05/2021 -

Mercato e idee, il 'miracolo' Vibonese. Il ds Condò: “Più forti anche dei 28 casi Covid”

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Le scelte di Plescia e Marson, investimenti oculati e le vicinanza del presidente Caffo. Il ds Luigi Condò racconta la salvezza della Vibonese ai nostri microfoni
Le scelte di Plescia e Marson, investimenti oculati e le vicinanza del presidente Caffo. Il ds Luigi Condò racconta la salvezza della Vibonese ai nostri microfoni

Idee, intuizioni, sacrifici e ora… sorrisi e un po’ di relax in famiglia prima di ripartire e programmare la nuova stagione. Quella terminata da poco ha visto la Vibonese salvarsi senza particolari patemi d’animo, adesso sarà necessario ricaricare le batterie e ripartire.

Siamo arrivati esausti mentalmente a fine campionato, quella appena conclusa è stata per noi della Vibonese una stagione difficilissima nella quale abbiamo dovuto affrontare difficoltà davvero enormi. Ma con grande orgoglio dico che non siamo mai stati realmente invischiati nella lotta salvezza (girone C di Serie C chiuso al 16° posto a +4 sul terzultimo posto, ndr) nonostante i 28 casi di Covid nel gruppo e alcune vicissitudini, come il cambio di allenatore”.

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"Caffo garanzia per i tifosi della Vibonese"

A parlare ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com è uno dei grandi artefici dell’ennesimo miracolo Vibonese, il direttore sportivo Luigi Condò. “Per noi questo traguardo equivale alla vittoria di un campionato, il Covid ha complicato ancora di più il nostro lavoro, ma alla fine abbiamo raggiunto l’obiettivo”. Grazie a investimenti oculati e scelte di mercato azzeccate: “Ma il grande merito è del presidente Caffo, sono legato a lui da un ottimo rapporto. È una persona e un presidente eccezionale, non ci ha mai fatto mancare il suo sostegno nei momenti più delicati della stagione. Finché ci sarà lui alla guida del club, i tifosi della Vibonese possono stare tranquilli. E’ uno – e lo dimostra anche la sua storia extracalcistica – a cui le ambizioni non mancano di certo. Una garanzia”.

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Intuizioni (di mercato) vincenti

Conclusa con la permanenza nella categoria anche grazie ad alcune intuizioni azzeccatissime sul mercato: Vincenzo Plescia – attaccante arrivato in Calabria in prestito del Renate ma su cui l’Empoli vanta in diritto di riacquisto, autore di 11 gol in campionato – e il portiere Marson su tutti. “Plescia lo conoscevo dai tempi in cui giocava a Roccella, in Serie D. Ho sempre creduto nelle sue qualità. Ora posso dire che è stata una mossa vincente. Una sua permanenza anche il prossimo anno? Ci proveremo, ma è difficile”, ha proseguito il ds Condò. Che ha sfiorato ‘l’operazione perfetta’ per la Vibonese “solo perché per questioni regolamentari non siamo riusciti ad acquistare il cartellino a titolo definitivo”.

Discorso diverso invece quello di Leonardo Marson, portiere classe 1998 tra le grandi rivelazioni del campionato di Serie C: “Lo seguivo da tempo, d’altronde aveva un curriculum importante tra giovanili Milan, Palermo, etc – ha proseguito Condò – e quando negli ultimi giorni c’è stata la possibilità di acquistarlo non ci ho pensato un attimo. Ero convinto che avesse solo bisogno di fiducia…”. Un affare anche per le casse del club, che per cedere alle lusinghe per il suo portiere – a gennaio è stato vicino al Brescia e sarà sicuramente uno dei nomi “caldi” del prossimo calciomercato di Serie B – chiederà una cifra importante.

 

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Modello di scouting e riforma della Coppa Italia

Intuizioni vincenti che rispondono a un modello di scouting ben preciso. “Quando è possibile – e ora con la pandemia purtroppo non lo è più, ma spero si torni presto alla nornalità – mi piace seguire i calciatori in allenamento. Io sono convinto che dal punto di vista tecnico il vero valore un calciatore lo dimostri proprio lì, quando è più libero mentalmente. Ovviamente dovrà poi avere la personalità di replicare il tutto in partita all’interno di determinati schemi tattici e con la pressione dell’incontro”, ha proseguito Condò.

Il ds della Vibonese boccia il nuovo format della Coppa Italia che prevede la partecipazione solo di squadre di Serie A e B: “Così tolgono i sogni ai ragazzi oltre a provocare un grande danno economico ai club più piccoli, che in una situazione di normalità con gli stadi aperti potrebbero monetizzare la grande vetrina mediatica derivante dall’affrontare un top club. No, non sono per niente d’accordo. Il calcio è un sogno che devono vivere tutti”, ha concluso Condò.

Tags: Serie C



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