Questo sito contribuisce all'audience di

Sogni, segreti e un patto… rispettato: Vialli e la Sampdoria, storia di un amore che non finirà mai

La lunga storia d’amore tra Gianluca Vialli e la Sampdoria: i gemelli del gol, i trofei e quel patto di spogliatoio

Con Mancio a rifinire e Luca a finalizzare arrivano infatti altre due Coppe Italia – con gol nella finale di andata al Torino nel 1988 e gol in finale nel match di ritorno col Napoli e titolo di miglior marcatore dell’edizione con 13 reti – e la vittoria nel 1990 della Coppa delle Coppe (competizione della quale Vialli vince il titolo di capocannoniere con 7 reti, due quelle realizzate nella finale di Göteborg contro l’Anderlecht). 

vialli-mannini-mancini-sampdoria-image.jpg

 

Senso di appartenenza e patto di ferro: i segreti di uno scudetto unico

Quello che è successo dopo è storia nota, destinata a resistere per sempre al passare del tempo. Frutto di un ‘patto di ferro’… rispettato: nonostante le sirene rossonere del Milan di Sacchi e Berlusconi, infatti, Vialli decide di non lasciare Genova e onorare il patto fatto assieme ai suoi compagni di squadra. Quello di regalare alla Samp uno storico scudetto, prima di andare in cerca di nuove esperienze. Missione compiuta nella stagione ‘90-‘91, che l’attaccante numero nove chiude con 19 gol realizzati e un altro titolo di capocannoniere in bacheca. Tra il Milan olandese di Gullit e Van Basten, il Napoli argentino di Diego Armando Maradona, l’Inter tedesca di Matthaeus e Brehme e la neo Juventus del Divin Codino Roberto Baggio ad arrivare più in alto di tutti, e a toccare il cielo con un dito, il talento e l’incoscienza. 

vialli-mancini-sampdoria-image.jpg

La sfrontatezza e la ragione. Il cuore e la testa. Più il primo che la seconda, perché a pensarci bene per compiere certe imprese, sulla bilancia, l’ago deve per forza pendere un pò di più da quella parte. Davide contro Golia, semplicemente La Sampdoria: l’ultima favola moderna di casa nostra, trenta ‘ragazzi’ letteralmente cresciuti assieme, capaci di conquistare un titolo tanto storico quanto unico. In tutti i sensi. Tra i segreti di quell’impresa, un senso di appartenenza fuori dal comune: “Andavamo a dormire col pigiama della Samp – racconterà Gianluca Vialli ad anni di distanza da quell’impresa – perché per noi quella della Sampdoria era davvero una seconda pelle”. Ancora di più per la coppia d’Oro Vialli-Mancini. 

Luca Vialli & Bobby Gol: gemelli (diversi)

Icone e simbolo di quel gruppo, due ragazzi cosi diversi eppure così affini. Uno esplosivo, l’altro riflessivo. Rovesciate e capriole da una parte, colpi di tacco e genio dall’altra: 20 anni Luca, 17 anni Roberto. Vialli e Mancini a Genova sono arrivati ragazzini per diventare uomini. Uniti, indivisibili, nelle gioie, anche e soprattutto nel dolore: come quello manifestatosi sotto forma di delusione comune per la sfortunata avventura azzurra ad Italia ‘90. Mancini in tribuna, Vialli alle prese con guaii fisici che lasciarono spazio alle notti magiche e agli occhi sgranati di Totò Schillaci. Delusione, risarcita con gli interessi soltanto un anno più tardi, quando l’alchimia e la voglia di rivincita dei due blucerchiati portò alla conquista di uno Scudetto indimenticabile.  

vialli-mancini-sampdoria-getty.jpg

Non solo per il risultato sportivo, ma per la realizzazione di un sogno. Immagini e pensieri plasmati a realtà, attraverso il duro lavoro e ad un pizzico di follia: nel credere alle parole del ‘visionario’ Mantovani, all’opera di consapevolizzazione del Maestro Vuja. Nel mezzo, le cene del giovedì del circolo esclusivo dei sette nani: Cucciolo (Mancini),  Pisolo (Vialli), Eolo (Mannini), Dotto (il d.s. Borea), Mammolo (il Responsabile delle Giovanili Arnuzzo), Brontolo (il tecnico del settore giovanile Soncini) e Gongolo (l’addetto all’arbitro Montali). Nella parte di Biancaneve, Edilio Buscaglia, padrone di casa e titolare del ristorante (Edilio, a due passi dal Luigi Ferraris) dove Mancini e compagni si ritrovavano per il rito di una serata a settimana da passare assieme, l’occasione per parlare di Sampdoria in libertà. Mancio impegnato a disegnare nuove divise, Vialli a progettare il prossimo scherzo da fare nello spogliatoio a Bogliasco.

Litigi tra i due? Uno soltanto, per un passaggio sbagliato in allenamento di Luca a Roberto, gesto tecnico sbagliato che costò il silenzio tra i due per dieci lunghissimi giorni. Frizione risolta in nazionale, sorriso a mettersi tutto alle spalle senza neanche il bisogno di chiedersi scusa e di nuovo insieme fianco a fianco verso pagine nuove. Passi decisi e fondamentali per arrivare a quello storico 19 maggio 1991. Cereso, Mannini, Vialli. 3-0 Samp col Lecce alla penultima giornata di campionato e Ferraris in festa, per un tricolore tanto inaspettato quanto meritato. Invasione di campo in perfetto stile Mantovani, Genova a tingersi come una tavolozza di colori. Il blu, il bianco, il rosso e il nero a mescolarsi e confondersi per le vie del centro, come gli ingredienti che hanno portato la Samp d’Oro sul punto più alto della su storia. Grazie al suo numero 9 dai riccioli scuri e all’amico Roberto. 

Da Wembley a Wembley: tra lacrime e abbracci, la chiusura di un cerchio

vialli-mancini-abbraccio-getty.jpg

 

Uniti nelle gioie, ma anche e soprattutto nel dolore: come quello, fortissimo, per la finale di Coppa dei Campioni persa nel recupero a Wembley contro il Barcellona. È il 1992. Ultimo atto di un Vialli già destinato al bianco e nero della Juventus, asciugamano a nascondere testa e lacrime per un traguardo storico soltanto sfiorato. Delusione in parte riscattata a quasi trent’anni di distanza, ancora Wembley a fare da palcoscenico, con Luca e Mancio questa volta accomodati in panchina: niente maglie blucerchiate in campo, ma quelle azzurre della Nazionale, pronte a conquistare l’ultimo Europeo. Festeggiato con un lungo abbraccio, la perfetta chiusura di un cerchio: quello di Luca Vialli e della sua Sampdoria, storia a tinte indelebilmente blucerchiate fatta di 328 partite giocate e 141 gol realizzati. Freddi numeri, a raccontare però di una storia d’amore speciale. Destinata a non finire mai.