Una doppietta al River Plate nell’ultima partita sulla panchina dei Millonarios di Marcelo Gallardo. Due gol per interrompere la serie negativa di 8 partite del Rosario Central senza successi al Monumental. La vittoria de Los Canallas di Tévez porta la firma di Alejo Véliz, giovane attaccante che ha debuttato un anno fa grazie al Kily Gonzalez e si è preso la scena in una notte speciale per la storia del club di Núñez.
“Diamo sempre tutto, nonostante molti di noi siano giovani. Siamo sempre stati all’altezza anche di squadre più importanti. Questa vittoria è per tutta la gente del Central, che se lo merita”, le sue parole dopo il successo per 2-1 contro il River. Nato il 19 settembre 2003 da un’umile famiglia di Gödeken, 190 chilometri a ovest di Rosario e più di 400 da Buenos Aires, a quel tempo l’Apache aveva appena da poco vinto la Copa Libertadores col Boca. Oggi, uno è l'allenatore del Central e l'altro è l’uomo dei gol pesanti, che ha contribuito ad alcuni dei risultati positivi di una squadra invischiata nella classifica dei Promedios. In totale sono 6 reti per il numero 24 nella Liga Profesional, di cui una decisiva nel Clàsico rosarino contro il Newell’s, alla prima da titolare con Carlitos in panchina.
¿El sueño de cualquier futbolista? Meterle un gol a tu clásico rival.
— LA VOZ DEL FÚTBOL (@lavozdelfutbol2) July 21, 2022
Alejo Véliz anotó su primer gol vs Newell’s. pic.twitter.com/wG936lZjjB
L'infanzia di Alejo è stata segnata da due passioni: il calcio e il malambo, una danza folkloristica per soli uomini. Suo padre Sergio lo ha portato a giocare a calcio nel baby fútbol di Gödeken all'età di tre anni, ma a sei la famiglia si è trasferita a Bernardo de Irigoyen, città natale di Andrea, sua madre, a 97 chilometri a nord di Rosario. Lì ha continuato a giocare nell’Unión Deportiva y Cultural, ma senza smettere di ballare.
Nel 2019, Véliz ha vinto il titolo di capocannoniere nella Liga Galvense con 26 gol nella sua categoria. Numeri e prestazioni che non sono passati inosservati. Prima un periodo di prova al Colón dove non c’era la pensione ed erano i suoi nonni ad accompagnarlo, e poi al Rosario Central. È stato in quel momento ha abbandonato il ballo. Al Central venne confermato dopo una prima prova di 4 giorni, per poi presentarsi per il ritiro prestagionale quando però gli venne richiesto di superare un altro provino visto che nel frattempo era cambiato l’allenatore della Quinta Division. Ennesimo test superato, ma arriva la pandemia che gli impedisce di debuttare e a 17 anni aveva più dubbi che certezze sul suo futuro da calciatore. Questione di tempo, visto che nel 2021 ha debuttato con la maglia dell’Academia Rosarina, per poi essere promosso nella Reserva e a luglio è arrivato l’esordio in Copa Sudamericana contro i venezuelani del Deportivo Táchira.
“Siamo veramente felici di avere Tévez come allenatore, ha giocato nelle migliori squadre dei migliori campionati. Faccio tesoro di ogni consiglio che mi dà. Ho segnato il gol e mi è venuta in mente tutta la mia famiglia, loro ci sono sono sempre stati. Mio nonno e mia nonna mi portavano ovunque per giocare, anche se non avevano soldi, quindi ho pensato a loro", aveva dichiarato dopo il gol al Newell’s il 19enne, che non è in possesso del passaporto comunitario e ha un contratto fino al 2025 con il Central. Véliz è il Sub-20 che ha segnato più gol nella Liga Profesional ed è stato convocato in un paio di occasioni con l’Argentina Sub-20 allenata da Mascherano che lo tiene in considerazione in vista del Sudamericano che si terrà in Colombia a gennaio. Ora però c’è da finire il campionato al meglio, al Gigante de Arroyito contro quel Colón che qualche anno fa se l’era lasciato sfuggire.