Un argentino che sbanca negli Stati Uniti. Basterebbe questo a rendere interessante la storia di Valentin Castellanos, attaccante 23enne nato a Mendoza, nel cuore dell’Argentina, ma che nel suo Paese non ci ha nemmeno mai giocato. È un argentino atipico “Taty” - come lo conoscono i suoi fan a New York -, che è stato il primo argentino a portarsi a casa il titolo di capocannoniere della MLS e ora è vicino alla Lazio.
“È un orgoglio perché sono il primo argentino a riuscirci” aveva raccontato dal suo appartamento newyorkese ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. “Sono felice di essere diventato capocannoniere al NYCity perché anche per la squadra è la prima volta. Ci aveva provato David Villa qualche anno fa, ma è andata meglio a me” ci dice con un sorriso.
New York l’ha accolto e fatto crescere quando era in cerca di continuità in Uruguay: “Non ho mai giocato in Argentina, non è stata una mia scelta. Ma dalla Universidad di Chile sono passato al Torque e poi qui in America. Speravo potesse essere il miglior trampolino per me”. Sì, perché le voci di mercato sull’attaccante argentino non sono mai mancate anche in Europa. “È un sogno poterci giocare un giorno, mi fa piacere si parli di me”, ci raccontava Castellanos anni fa. Sono tanti i club del nostro continente che hanno bussato al suo entourage nel corso degli anni: il Marsiglia in Francia, il Feyenoord in Olanda, il West Ham in Premier, l’Anderlecht di Kompany in Belgio e ora la Lazio di Sarri. Un desiderio europeo mai nascosto dal giocatore: “Mi piace la Premier, ma Liga e Serie A sono allo stesso livello e campionati ideali per migliorare”.
Castellanos tra Higuain, Guardiola e un messaggio a Insigne
A volerlo fortemente in MLS fu Domenec Torrent, storico vice di Pep Guardiola in Europa prima di passare a NY e oggi al Flamengo. “Torrent mi volle qui, ero giovane e volevo migliorare. La MLS è cambiata tantissimo in questi tre anni. Mi piace il loro modo di pensare il calcio, per un attaccante moderno come sono io è lo stile migliore. Guardiola venne a vedere una nostra partita: io non feci molto bene quella sera, ma lui seppe dare consigli giusti quando scambiammo qualche parola nello spogliatoio”. Lungo la costa, sfida tra argentini quella con Gonzalo Higuain: “Da lui posso solo imparare e provo a farlo in campo. Non è il tipo di persona che si ferma a parlare con te troppo spesso ma si intrattenne dopo una partita e ci scambiammo la maglia”.
A emulare il viaggio del Pipita è stato un altro calciatore che Napoli la conosce bene come Lorenzo Insigne, passato al Toronto FC: “È una grande squadra qui in MLS e Insigne è un grande campione. Non posso dirgli nulla ma se dovessi mandargli un messaggio gli direi che la MLS ormai non è un campionato in cui venire a svernare. Il livello fisico e tecnico cresce sempre di più”. Ma basterebbe per non perdere la nazionale? “Forse non tutti i Ct danno ancora il giusto peso al campionato americano. Ho avuto la fortuna di giocare con l’Under 23 argentina, forse giocare in Europa mi darebbe una mano in più a convincere Scaloni. Ma è dura, la nazionale ha tanti attaccanti fortissimi, anche se resta il mio sogno”.