Dalle pretendenti al titolo della Liga alla professionalità dei grandi campioni, passando per una certa “contaminazione” italiana del calcio spagnolo. Sono questi i temi principali trattati da Unai Emery, allenatore del Villarreal, nell’intervista che ha rilasciato a El Pais di cui si riporta un estratto.
Alla domanda sul perché in Serie A si vedano molti più gol in Liga, Emery ha risposto così: “Il calcio che vediamo oggi in Spagna si lega al messaggio di tenere la porta inviolata. Si guarda con cautela la porta avversaria. Tutto questo è arrivato fin qui. Le partite belle e attraenti, con entrambe le squadre che puntano a segnare, trasmettono energia e incertezza per 90 minuti, va contro l'organizzazione. La coperta è corta”.
“Real Madrid e Barcellona sono non sono costanti quando non sono motivate al massimo. I giocatori misurano lo sforzo contro avversari inferiori perché ritengono che anche senza andare al massimo vincono, ma a me non piace giocare col freno a mano. Invece l'Atletico, che è la squadra di Simeone, non va mai a mezza velocità”.
“Cristiano Ronaldo, Sergio Ramos, Piqué, così come Albiol o Iborra nella mia squadra: non sono giocatori a cui devi dire come comportarsi fuori dal campo, l'hanno interiorizzato. Sono modelli necessari, perché oggi ci sono ancora molti giocatori che non sono così responsabili con sé stessi. Vivono troppo oltre la loro professione, mentre oggi ti devi dedicare 24 ore al calcio”.